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9 maggio nel ricordo di Aldo Moro, la Giornata dedicata alle vittime del terrorismo


Oggi è la giornata dedicata alla vittime del terrorismo e delle stragi, istituita con legge dello Stato nel 2007. Il 9 maggio è una data simbolo per il Paese nel ricordo del ritrovamento in via Caetani a Roma del corpo del presidente della Democrazia cristiana Aldo Moro, sequestrato 55 giorni prima, il 16 marzo 1978, nell'eccidio di via Fani, in cui un gruppo delle Brigate rosse sterminò la sua scorta. Ne ricordiamo i nomi: il maresciallo dei carabinieri Oreste Leonardi (51 anni), l'appuntato dei carabinieri Domenico Ricci (43 anni), gli agenti di P.S. Giulio Rivera (23 anni) e Raffaele Iozzino (24 anni) , il vicebrigadiere di Pubblica sicurezza Francesco Zizzi (29 anni).

Alle 11 nell'Aula di Montecitorio, si svolge la cerimonia (in diretta su Rai 1) di commemorazione con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana e il Presidente del Senato, Ignazio La Russa e di ricordo delle oltre 350 vittime del terrorismo, vittime della ferocia estremistica neofascista e di sinistra. Tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta si consumarono stragi e omicidi che la storia ha provveduto a rappresentare come anni della Strategia della Tensione e Anni di piombo, definizioni si uniscono tragicamente nei progetti di destabilizzazione della nostra democrazia, che all'opposto resse e seppe contrastare entrambi i fenomeni eversivi nel rispetto di quei valori democratici che erano nel mirino dei terroristi.

Fu una lunga scia di sangue che divenne visibile con il tritolo degli estremisti di destra, complici forze esterne e apparati dello Stato, piazzato nel salone della Banca nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano il 12 dicembre del 1969, e negli anni successivi con gli attentati sui treni, nelle piazze, alle sedi di giornali e di partito, con gli agguati a magistrati, poliziotti, carabinieri, giornalisti, militanti sindacali, dirigenti d'azienda, esponenti politici, in cui trovarono la morte anche civili "per caso" sui luoghi di quelle azioni.

Il 9 maggio 1978 fu ritrovato a Cinisi, in provincia di Palermo, il corpo dilaniato di Peppino Impastato, giornalista, militante di sinistra, implacabile nelle sue denunce dell'attività mafiosa, ucciso su ordine del boss Tano Badalamenti, condannato all'ergastolo insieme con il mafioso e collaboratore di giustizia Vito Palazzolo.




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