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Papa Francesco, la dignità infinita dell’umano tra unità e contrasti

di Luca Rolandi


Papa Francesco sorprende e divide, non ha bisogno di avere un coro di sostegno ma interroga le coscienze lasciandole libere. Il mistero della vita e la sua origine, i limiti dell’umano e il rapporto con la scienza. La centralità della persona che oggi rischia di essere dispersa in un crogiuolo di indifferenziata individualità. La Dichiarazione “Dignitas infinita, circa la dignità umana” del Dicastero per la Dottrina della Fede che Bergoglio ha convintamente sostenuto, nasce da un’urgenza che la Chiesa avverte in questo particolare momento storico: l’urgenza di rendere tutti noi consapevoli che per quanto si registri un «consenso piuttosto generale» sull’espressione «dignità umana», tale espressione si presta a «possibili equivoci».

Nel documento si richiama esplicitamente più volte alla Dichiarazione universale sui diritti dell’uomo (1948) dell’Assemblea generale della Nazioni Unite, dove sin dall’articolo 1 si afferma che «tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti». Nella Dichiarazione si parla di «dignità infinita», intendendo con questo aggettivo che la dignità è esente da limiti quantitativi nel tempo e nello spazio: è in ogni uomo, in tutti gli uomini; da sempre e per sempre; ovunque. La dignità riguarda l’uomo in quanto uomo, al di là di ogni apparenza esteriore sul piano fisico, psichico e/o sociale o oltre ogni caratteristica concreta. L’uomo è degno a prescindere dalla fase di sviluppo che ha raggiunto (può essere un embrione o un soggetto morente); a prescindere dalle capacità che manifesta (può essere non ancora in grado o non più in grado di ragionare, volere, decidere); a prescindere dalle condizioni fisiche e/o psichiche (può essere sano o malato, abile o disabile); a prescindere dalle condizioni sociali (può essere ricco o povero); a prescindere dall’appartenenza etnica (può avere un diverso colore della pelle o appartenere a differenti culture).

La dignità è umana in quanto “prescinde da” circostanze, situazioni e caratteristiche specifiche che ci rendono tutti “diversi” l’uno dall’altro. Ma c’è altro e molto di più nel documento che sarà oggetto di dibattito e di forti polemiche naturalmente. Oltre la condanna senza appello alla violenza e alla guerra, nella sezione più attesa, il Vaticano ha ribadito che Dio ha creato l'uomo e la donna come esseri biologicamente diversi. "Ne consegue che qualsiasi intervento di cambio di sesso rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto dal momento del concepimento" si legge nel documento. 

"Dignità infinita" distingue tuttavia gli interventi chirurgici per l'affermazione del genere, che vengono rifiutati, dalla correzione di anomalie dei genitali presenti alla nascita o che insorgano successivamente, invece ammessa. Il documento definisce tuttavia la stessa affermazione di genere, che chiama teoria del gender, "pericolosissima, perché cancella le differenze nella pretesa di rendere tutti uguali". Esponenti della comunità Lgbtq+, che conta molti cattolici al suo interno, hanno immediatamente criticato queste prese di posizione come obsolete, contrarie all'obiettivo dichiarato di riconoscere la "dignità infinita" di tutti i figli di Dio, e potenzialmente pericolose per le persone che non si identificano effettivamente nel binarismo di genere uomo-donna. Insomma dignità umana e infinita, ma controversa nei difficili intrecci e le complesse cornici della contemporaneità.

 


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