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  • Menandro

Lo sdraio e la cassa integrazione per i lavoratori ex Ilva

Aggiornamento: 5 apr 2023

di Menandro


C'era una volta l'autunno caldo. Storie di lotte operaie che rivendicavano aumenti salariali, migliori condizioni dell'ambiente di lavoro, la mensa, il diritto allo studio, e dall'altra parte della barricata c'erano i padroni, come li si chiamava all'epoca, che resistevano anche con cocciutaggine e, in qualche caso con violenza, nelle vertenze. Nulla veniva regalato. In linea generale, la durezza dei tempi imponeva la serietà e il rispetto tra le persone e, per effetto di trascinamento, la dignità del lavoro. Ora, per usare una tipica espressione napoletana "scurdammoce 'o passato" perché oggi, avrebbe detto Ennio Flaiano, "la situazione è grave, ma non è seria".

Esattamente: grave, gravissima, ma per nulla seria. Anzi, la vicenda che vi raccontiamo potrebbe essere declinata addirittura sul comico, se non fosse che di mezzo ci sono migliaia di lavoratori con le loro famiglie il cui futuro è da anni appeso a un filo e per i quali, sebbene siano occupati in un settore strategico per il Paese come la produzione di acciaio, pare che il loro destino interessi a nessuno.

Parliamo dei dipendenti ex Ilva, oggi Acciaierie d'Italia, che lunedì scorso hanno ricevuto l'ennesima comunicazione di proroga della cassa integrazione via email. Fin qui, nulla di "grave"... se non fosse per lo stato di incertezza che si perpetua da dieci anni e l'assenza di piani industriali e di bonifica ambientali concreti. Ma che al danno si debba aggiungere anche la beffa di scoprire che sulla sinistra in alto della comunicazione sia stampata nitidamente anche l'immagine di una sedia a sdraio sotto il sole è superare i limiti della decenza. C'è da domandarsi chi è il buontempone che ha dato libero sfogo alla creatività applicata al grottesco, se non altro per suggerirgli, la prossima volta, di aggiungere anche "pinne, fucili ed occhiali"... in un perfetto combinato disposto di offerta vacanziera. In caso di comunicazione invernale, invece, suggeriamo, sfondo montano e sci e racchette da neve in primo piano.

Sull'episodio è intervenuto il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che ha inviato una lettera di protesta [1] alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai vari potenti della scala gerarchica governativa e aziendale. Per la cronaca, pare che con molto tatto e discrezione, paletta e secchiello per la sabbia siano state recapitate a parte da Rocco Palombella, qualora chi abita a Palazzo Chigi decidesse la prossima estate di fare spazio per manifesta incapacità a un governo balneare, nel solco delle migliori tradizioni italiche.


[1]https://a25c5b6c-02f6-47f0-9124-eac5bce63c50.usrfiles.com/ugd/a25c5b_f44b610b7d534829bb528a32787b31fa.pdf


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