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La scomparsa di Guido Bodrato, maestro cattolico democratico

Aggiornamento: 9 giu 2023

di Luca Rolandi

All'età di 90 anni, qualche mese dopo la morte della signora Irma, l'ultimo maestro del cattolicesimo politico ci ha lasciato. Era il faro, la bussola di molte generazioni. Riferimento morale e ideale di quella stagione politica che dal dopoguerra agli anni Novanta ha ricostruito il Paese, combattuto il terrorismo e difeso la democrazia. "Guido ci ha lasciati ieri sera per unirsi alla sua amata Irma. Fino all'ultimo lo ha sostenuto una invincibile passione politica, a difesa della Costituzione e della rappresentanza democratica del Parlamento. Che il suo esempio ci conduca. Una preghiera", questo il messaggio dei figli e famigliari per annunciare la sua morte. Classe di ferro 1933 Guido Bodrato da borgo natio di Monteu Roero trasferendosi a Torino si è formato nell'ambito dell'associazionismo cattolico e negli anni universitari nella Fuci e nell'Intesa universitaria. Dentro al mondo universitario con una formazione giuridica importante Guido Bodrato entra nella componente sociale del cattolicesimo torinese insieme a Carlo Donat-Cattin con il quale resterà legato per tutta la vita, nonostante la ferita del “Preambolo” del 1980.

Esponente di rilievo della sinistra morotea dentro la dinamica di una stagione di riforme e di emancipazioni e sviluppo impetuoso dell’Italia repubblicana, Bodrato è stato in Consiglio comunale e poi provinciale non ha ricoperto ruoli di assessore o presidente, ma sempre dentro alle dinamiche del partito con la lucidità del ruolo e degli incarichi che gli furono affidati. Bodrato fu parlamentare per sette legislature, dal 1968 al 1994. Ricoprì anche la carica di ministro più volte: dell'Istruzione dal 1980 al 1982, del Bilancio dal 1982 al 1983, dell'Industria dal 1991 al 1992, sotto i presidenti del Consiglio Forlani e Spadolini, Fanfani, Andreotti. Fu uno stretto collaboratore di Benigno Zaccagnini, segretario della Dc tra il 1975 e il 1980, morto nel 1989.

Bodrato fu anche vicesegretario del partito a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Terminò la sua esperienza in Parlamento nel 1994, con l'avvento della Seconda repubblica e di Silvio Berlusconi. Poi l’esperienza europea con i mandati a Strasburgo nel solco dell’esperienza europeista erede di grandi come De Gasperi, Adenuauer e Schumann. La sua presenza nel mondo della politica, però, continuò ben oltre. Dopo lo scandalo Tangentopoli, che mise simbolicamente fine alla Prima repubblica e iniziò il cambiamento radicale nel sistema dei partiti italiani, Bodrato fu nominato commissario della Dc. In quel periodo, accompagnò prima lo scioglimento del partito e poi il suo rinnovamento come Partito popolare italiano. Proprio al Ppi Bodrato aderì, e dal 1995 al 1999 diresse il quotidiano Il Popolo.


Quell'anno fu eletto al Parlamento europeo dal 1999 al 2004. Nel 2002 il Partito popolare confluì nella Margherita, uno dei partiti da cui pochi anni dopo sarebbe nato il Pd. Autore di ricerche, saggi, libri, padre nobile del cattolicesimo democratico, ricostruttore di temi e ambienti del movimento cattolico come nel suo ruolo di pungolo e confronto con le nuove generazioni di cattolici impegnati in politica nel Partito democratico. Proprio la sua ultima fatica il saggio “Le Stagioni dell’Intransigenza. Il Partito Popolare di Luigi Sturzo, la Terza forza di ispirazione cristiana alla prova del fascismo e del bolscevismo nel Piemonte del 1919-1926, Edizioni Celid-Fondazione Donat-Cattin, 2022, certificano il valore di un seminatore e maestro al quale continuare ad ispirarsi.







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