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L'APPUNTAMENTO DI OGGI. Professori a confronto sulla riforma costituzionale

Aggiornamento: 26 nov 2024

Balduzzi e Pallante sulla "madre di tutte le riforme"



I professori Renato Balduzzi, già ministro alla salute con il governo Monti, e Francesco Pallante discutono oggi sul "premierato", cavallo di battaglia del governo di centro destra. Appuntamento oggi, martedì 6 febbraio, alle 17,30, via Giolitti 21. L'incontro è organizzato dall'Associazione "Verso Itaca".


Dalla lontana Tokio, dalla visita ufficiale in Giappone, Giorgia Meloni non ha rinunciato a riprendere sulla "madre di tutte le riforme": l'elezione diretta del presidente del Consiglio - il premierato - che farà assomigliare la carica sempre più alla figura del Capo del Governo che contraddistinse il potere in epoca fascista. E al ritorno in Italia ha manifestato la propria soddisfazione per gli ultimi emendamenti presentati dalla maggioranza politica che la sostiene e con i quali ha reso ancora più palese il desiderio di scontro totale con le opposizioni unita alla precisa volontà di modificare nella sostanza la Costituzione in maniera unilaterale. Comportamenti e mosse politiche che indicano chiaramente che l'attuale vertice di Palazzo Chigi ha in agenda l'obiettivo del referendum, del muro contro muro, con forme spettacolari in cui sarà un continuo mescolare assicurazioni nell'interesse della stabilità di governo, a provocare condizionamenti e paure nella società civile che teme per la propria "sicurezza", ostaggio di possibili crisi al buio, viste come esiziali per la situazione economica del Paese, mentre crescono privilegi e pressioni fiscali sui soliti noti, come ben evidenzia l'articolo di Anna Paschero.[1] In altri termini, provocare nell'elettorato la sensazione che non vi siano alternative o vie d'uscite al progetto dell'esecutivo.

La storia si ripete, deformata rispetto ai tempi e ai personaggi che calcano oggi la scena pubblica. In apparenza è soltanto meno cruenta, ma il metodo è lo stesso. Arrivare al potere con elezioni democratiche per poi picconare con più o meno forza, secondo i rapporti di forza, i fondamenti costituzionali su cui si regge lo Stato democratico. Giorgia Meloni non inventa nulla di nuovo. E' tutto relativamente antico: si limita ad applicare e attualizzare movimentismi del passato spacciati per modernismi con tutte le inquietudini che provocano i remake politici nelle coscienze più attente, lungimiranti e sensibili.


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