Il taccuino politico della settimana: Referendum, almeno si esce dalla palude
a cura di Claudio Artusi |
La settimana appena trascorsa ha visto molti eventi che sono emersi all’attenzione della opinione pubblica: il rischio della guerra in Ucraina, il default del governo in Parlamento di cui ho trattato con una nota a parte, (in https://www.laportadivetro.org/wpcontent/uploads/2022/02/model_-artusi1.pdf), l’incremento dei costi energetici e suoi derivati. Mi preme però soffermarmi sinteticamente su un altro evento: l’approvazione da parte della Consulta di cinque referendum, tutti sulla giustizia.
Riporto al riguardo una osservazione che mi è stata fatta da persone peraltro attente alla cosa pubblica: “come si può affidare all’elettorato una decisione on/off su temi molto specifici e talvolta astrusi? Siamo in una democrazia partecipata (non diretta) e come tale affidiamo il nostro esercizio di voto scegliendo chi deve legiferare e/o governare”.
L’ argomento è solido e certo non nuovo! Guardiamo però all’altra faccia della luna: da quanti decenni si parla di riforma della giustizia, di separare le carriere dei magistrati, di riformare il CSM organo di autogoverno della magistratura? Dinanzi a un Parlamento (non solo l’attuale) che non è in grado di metter mano ad una materia così delicata e determinante per cittadini ed imprese è logico che il potere legislativo venga “commissariato” dai cittadini.
L’istituto del referendum potrebbe essere, e talvolta lo è stato, un rimedio peggiore del male, ma è comunque il segno della vitalità dei cittadini nel fare pressione affinché si esca dalla palude. Gli scandali e le polemiche che hanno attraversato in questi ultimi due anni il pianeta giustizia sono indegni di un paese civile e non vi è bisogno dell’Europa per sapere che questa situazione sia uno dei principali ostacoli per investitori ed operatori a venire in Italia.
Ciononostante sta iniziando il tam tam del “tutti al mare” di craxiana memoria, per evitare che i referendum non raggiungano il quorum del 50%. Pur avendo un governo autorevole ed un ministro della giustizia di grande statura, la “montagna” della riforma sta partorendo il “topolino” di un nuovo sistema elettorale del CSM: veramente troppo poco! Anche su questo tema oltre che su salute ed economia è lecito aspettarsi dal presidente Draghi e dalla ministra Cartabia una progettualità ed una operatività degne di persone libere, come sono, dai lacci delle lobby e dei partiti.
Il popolo dei referendum vegli.
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