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Il post pandemia: azioni chiare, immediate o quasi…

di Claudio Artusi *|

Da giorni si parla di vaccini contro il Coronavirus. Argomento totem e salvifico nella sua speranza di concretezza. Di qui, non sfugge a chiunque di noi, anche a livello inconscio di delineare, insieme alla rassicurazione e al desiderio di sgravarsi da una ossessione che da mesi attanaglia il mondo, una condizione addirittura migliorativa di quella ex ante, prima della pandemia. Ma per fare ciò, occorre assecondare uno sviluppo a V – un modello a cascata – come dicono gli economisti, e soprattutto occorrono risposte concrete alla domanda di lavoro, di remunerazione e non da ultimo di ruolo che la popolazione pone e porrà vieppiù. Mi soffermo su un primo filone di azioni che ha la potenzialità e le caratteristiche per operare in tal senso. Sulla filiera legislativa – già operante con successo orientata a promuovere, usando la leva fiscale, interventi di riqualificazione e ammodernamento del patrimonio immobiliare, è stata approvata in agosto una legge denominata SUPERBONUS 110. È l’uovo di Colombo: i condomini che si impegnano a fare interventi di importante riqualificazione energetica, potranno farlo senza alcun impegno di danaro. Il meccanismo con cui si finanzia questa legge è virtuoso ma complesso da spiegare! Ciò che conta è che sono ai nastri di partenza cantieri a migliaia che tradotti equivalgono a migliaia e migliaia di posti di lavoro già nel prossimo anno. Tutto a posto?!?! Tutto fatto?!?! Non direi proprio. Potremmo ben dire che di lavori decisi, finanziati e mai partiti sono piene le fosse. Di conseguenza, i decisori politici, soprattutto quelli locali avranno un ruolo fondamentale. Verifiche ed eventuali piccole modifiche catastali vanno fatte caso per caso in tempi reali. Così pure tutti gli iter autorizzativi. In sostanza, ci vorrà una “buona burocrazia”, un binario preferenziale, delle task force dedicate. Un bel tema da svolgere per gli attuali sindaci e per quelli nuovi che si accingono a candidarsi. L’indifferibile questione Torino

La città della Mole in particolare affronterà una criticità dovuta all’esodo di dirigenti e quadri per raggiunti limiti di età. Non ho visto grandi concorsi per il rimpiazzo, né ho visto piani di riorganizzazione della macchina comunale…. Spero di essere stato distratto! In parallelo occorre investire sul tessuto produttivo che, dopo anni di stasi dell’edilizia, ha perso molti addetti e con essi professionalità e capacità diffuse. Certo questa è anche una sfida per le imprese. Ma un governo nazionale e locale deve saper fare politica industriale investendo in formazione e tecnologie. E non sarebbe utopico vedere un folto gruppo di giovani che, imparando sul campo, diventino un nuovo bacino di competenze, per di più interdisciplinari. Sul tema, mi sarei aspettato e tuttora mi aspetto una concertazione fra istituzioni, organizzazioni imprenditoriali e sindacati per investire sulle persone, sui giovani. Non è mai troppo tardi, come diceva negli anni Sessanta un celebre maestro della Rai-Tv di un tempo, quella educativa e propositiva. Mi fermo: fin qui ho rappresentato un futuro immediato e possibile! Chi si candiderà dunque alla guida delle grandi città magari può trarre qualche pillola di programma ed affrontare le grandi sacche di malessere sociale ed economico con argomenti ed impegni, che forse non fanno sognare, ma sono concreti e misurabili. Vi è una parola inglese che rende bene, in proposito: accountability! La nostra classe politica ha bisogno di accountability, cioè essere degna di fiducia. * Manager

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