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Black Monday: quando il lavoro pratica sconti alla sicurezza

di Menandro



Ieri si sono registrati tre infortuni mortali sul lavoro: a La Loggia nel Torinese, nel Casertano e a Piacenza, quasi a voler mantenere intatta la lugubre media quotidiana che da decenni insanguina le nostre statistiche sull'incidenza della mortalità nel nostro Paese sui luoghi di lavoro. Altri tre sono rimasti feriti gravemente in Lombardia. Storie diverse, destini eguali. Un'altra pagina di lutti e di dolore. Un altro capitolo di un libro cui non si riesce a mettere la parola fine.

Nelle cronache si continua a insistere con il sostantivo incidente, ma sappiamo bene che di incidentale non c'è assolutamente nulla. Sono infortuni, infortuni e ancora infortuni, purtroppo letali, che devono essere denunciati, resi noti all'opinione pubblica con insistenza, senza mai che si defletta dall'impegno civico e sociale, anche se può sembrare inutile per la coazione a ripetere degli episodi.

Poi accade, come oggi, 8 novembre, che dinanzi al silenzio su quei tre morti nell'informazione radiofonica delle 8.45 ci si ritrovi a rimpiangere la parola "incidente", nonostante essa dia l'impressione di voler attutire il dramma... Una dimenticanza? Una svista? O è stata una scelta precisa per seppellire insieme con i corpi anche la memoria e, di questo passo, per smarcarsi dalle responsabilità, dall'esito degli interventi degli organi competenti di controllo e della magistratura per le doverose inchieste, così da avallare con una sorta di autocensura l'idea che la morte non esista sui luoghi di lavoro in Italia?

Di conseguenza, se una cosa non esiste, perché occuparsene, perché fare opera di prevenzione come insistito i sindacati e avvedute associazioni imprenditoriali, perché organizzare corsi sulla sicurezza e di aggiornamento professionale dinanzi alla continua introduzione di nuove tecnologie negli stabilimenti, tecnologie peraltro accompagnate dalla tendenza a ridurre "in automatico" il personale, perché insistere a sensibilizzare sia i datori di lavori, sia gli stessi lavoratori sui rischi sempre incombenti e sempre presenti in alcune lavorazioni e dunque sull'importanza di non abbassare mai la concentrazione e dunque sulla necessità di rispettare gli orari e le pause fisiologiche?

Nell'orgia del consumismo, ci siamo abituati a caldeggiare i famosi "black friday" come l'espressione più a buon mercato dell'effimero, il più delle volte tallonati per saziare la vanità da possesso che per una reale esigenza di bisogni. Ieri, invece, in questa spasmodica ricerca dello sconto oltre al giorno, si è confuso soprattutto l'articolo: la sicurezza sul lavoro non è merce da contrattare al ribasso e, in ogni caso, è allergica al nero. In tutti i sensi.

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