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Allarme UNARMA: inadeguati i criteri selettivi nei carabinieri

di Antonio Nicolosi*


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Negli ultimi anni abbiamo assistito a un fenomeno preoccupante nella gestione dei concorsi all’interno dell’Arma dei Carabinieri, che riveste una portata non solo operativa, ma soprattutto culturale. Come rappresentanti sindacali e come osservatori attenti della realtà istituzionale, siamo oggi chiamati a denunciare una discrepanza evidente e potenzialmente dannosa per il futuro dell’Arma e, più in generale, per la qualità della sicurezza pubblica nel Paese.

Mentre per i concorsi interni finalizzati al passaggio da Carabiniere a Sovrintendente la soglia minima di punteggio resta fissata a 90 punti su 100, l’ingresso dei nuovi aspiranti Carabinieri è ormai consentito con appena 38 punti su 100. Tale contraddizione rappresenta una frattura culturale e organizzativa grave: da un lato si alzano gli standard culturali per chi già presta servizio; dall’altro, si abbassano drasticamente i requisiti per chi rappresenterà la prossima generazione di Carabinieri.

A ciò si aggiunge un ulteriore elemento di preoccupazione: oggi è possibile entrare nell’Arma senza l’obbligo della patente di guida come requisito e con la mancanza di istruttori interni dedicati al conseguimento della stessa. Questo significa che una parte fondamentale della formazione professionale, necessaria per operare in sicurezza e in autonomia, non viene garantita al personale neo-arruolato. Inoltre, pochissime domande provengono dal nord del Paese, a dimostrazione che i criteri attuali non valorizzano adeguatamente i giovani né incentivano un reclutamento realmente nazionale.


Nuova emergenza culturale del Paese

Non è un dettaglio di poco conto. La selezione del personale non può essere valutata esclusivamente in termini quantitativi. L’Arma dei Carabinieri non è un semplice organismo burocratico: è un corpo di donne e uomini che devono incarnare professionalità, preparazione culturale, senso civico, capacità di giudizio e competenze pratiche. Se il criterio principale diventa solo numerico, il rischio è quello di costruire una forza basata su una culturale limitata, mancanza di competenze e lacune formative che compromettono il merito, la motivazione e la coesione interna.

Sul piano esterno, le implicazioni sono altrettanto rilevanti. La fiducia dei cittadini nelle istituzioni si fonda sulla percezione di professionalità, rigore e credibilità dei loro rappresentanti. Abbassare i requisiti di ingresso equivale a erodere progressivamente tale fiducia. In una fase storica in cui la sicurezza pubblica richiede personale preparato, capace di affrontare scenari complessi e di dialogare con la società civile, questa scelta rischia di avere effetti deleteri sul piano sociale e istituzionale.

Non possiamo ignorare che questa tendenza costituisce una vera e propria emergenza culturale nazionale. Non è più solo una questione interna all’Arma: riguarda l’intero sistema Paese, perché il livello culturale, educativo e operativo dei Carabinieri è direttamente connesso alla qualità della sicurezza e alla tutela dei cittadini. Abbassare la soglia di ingresso e trascurare requisiti pratici essenziali, come la patente, significa comprometterne la funzione strategica e, in ultima analisi, minare la fiducia nelle istituzioni dello Stato.


Proposte per il rilancio del reclutamento

Occorre un intervento immediato, serio e coordinato. UNARMA ribadisce con fermezza che il prestigio dell’Arma, la dignità dei Carabinieri e la sicurezza dei cittadini non possono essere sacrificati a logiche numeriche, statistiche o emergenziali. Ripristinare criteri rigorosi di selezione per l’accesso all’Arma non è un capriccio, ma una necessità istituzionale: significa tutelare la qualità del servizio, garantire merito e motivazione, preservare la credibilità dello Stato e assicurare una formazione completa, anche pratica, ai futuri Carabinieri.

Non basta osservare un calo della disoccupazione giovanile: se l’Arma non è più percepita come una scelta allettante, significa che qualcosa non funziona. Con i criteri attuali si rischia di arruolare chiunque, senza assicurare preparazione, motivazione e dignità al ruolo. UNARMA non si limita a criticare: abbiamo una proposta concreta per rilanciare davvero il reclutamento, ridando centralità al merito e garantendo formazione qualificata. Tale proposta sarà presentata nelle sedi istituzionali competenti, affinché chi governa l’Arma e il Paese trovi in noi un interlocutore pronto e serio.

Invitiamo le autorità competenti a rivedere i parametri di ingresso, a valorizzare la formazione culturale e pratica dei futuri Carabinieri e a garantire che ogni decisione sia presa con visione strategica e responsabilità istituzionale. La sicurezza, il prestigio e la cultura dell’Arma non sono negoziabili. La nostra missione è chiara: difendere l’integrità dell’Istituzione e l’onore dei suoi uomini e donne, oggi e per le generazioni future.


*Segretario Generale UNARMA




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