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50 anni di Regionalismo: Aldo Gandolfi, l’assessore manager dell’educazione

Aggiornamento: 5 mar 2023

di Marco Travaglini


Nel 1970, le Regioni divennero una realtà. L’Italia dava così concretezza all’art. 114 della Costituzione che recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”. La Porta di Vetro continua la sua galleria di immagini, personaggi e avvenimenti curata da Marco Travaglini, ex consigliere regionale. Quest’articolo è dedicato a Aldo Gandolfi, esponente del Pri, consigliere dalla nascita dell’istituto regionale, deceduto a 85 anni il 20 settembre, colpito da Covid-19. Diciottesima puntata

Lo scorso 20 settembre è mancato a Ivrea Aldo Gandolfi, uno dei “padri costituenti” della Regione Piemonte. Nel 1970, esponente repubblicano, fu tra gli assessori delle prime giunte guidate da Calleri e Oberto (dal marzo del ’71 alla fine della prima legislatura ebbe la delega ai trasporti) e consigliere del Pri anche nel secondo mandato del parlamentino subalpino fino a quando, dimissionario, gli subentrò ai primi di maggio del 1976 la collega del partito dell’edera Aurelia Castagnone Vaccarino. Alessandrino di nascita (era nato nel capoluogo mandrogno il 21 maggio del 1936), Gandolfi si era laureato in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Torino nel 1960. Assunto alla Olivetti alla fine del ’60 diventò un dirigente dell’azienda di Ivrea ricoprendo per trent’anni numerosi incarichi di responsabilità fino al vertice della Direzione Mercato Educativo della Olivetti Office Italia agli inizi degli anni Novanta. L’importante e impegnativa carriera professionale si alternò ad una intensa partecipazione alla vita politica che lo vide membro della Direzione Nazionale del Partito Repubblicano Italiano di Ugo La Malfa, Bruno Visentini e Giovanni Spadolini dal 1967 al 1992 e segretario nazionale organizzativo nel biennio 1982-83, nonché a ricoprire diverse funzioni pubbliche. Oltre all’impegno in Regione, Gandolfi fu eletto deputato al Parlamento nella VIII legislatura (tra il 1980 e il 1983, occupandosi prevalentemente di trasporti e di politiche industriali) e ricoprì il ruolo di presidente del Consorzio per il Sistema Informativo (CSI-Piemonte) dal 1987 al 1989. Dal 1994 al giugno 2002 fu anche membro della segreteria e successivamente presidente del Movimento d’Azione “Giustizia e Libertà”. Tra i fondatori del circolo eporediese del PD, Aldo Gandolfi ha coltivato fino all’ultimo le sue passioni e l’impegno politico e sociale, mettendo la sua esperienza a disposizione di tanti giovani e del Forum Democratico del Canavese in seno al quale ricopriva la carica di presidente. Un ruolo attivo al quale aveva dedicato grandi energie allo sviluppo del territorio eporediese e più in generale dell’area tra torinese e Valle d’Aosta dopo aver contribuito con intelligenza alla crescita del locale consorzio per la formazione professionale e del consiglio di amministrazione del Bioindustry park di Colleretto Giacosa per un quadriennio, fino al 2013. La lunga carriera e la vita di Aldo Gandolfi, un vero galantuomo che ha saputo unire con garbo e successo professionale, vita privata, impegno politico e culturale, è stata stroncata dalla Covid (contratta malgrado avesse effettuato le vaccinazioni previste) che lo ha colto all’ospedale di Ivrea (città inserita dall’Unesco nel patrimonio mondiale come esempio industriale del XX secolo), dove era ricoverato da alcuni giorni, in terapia intensiva. La grande partecipazione alle esequie dove, tra gli altri, il sindaco di Ivrea ne ha ricordato “il grande impegno nel confronto e nel dialogo”, ha testimoniato il legame d’affetto e riconoscenza che lo legava alla comunità che vive nella città “che le rossi torri specchia sognando a la cerulea Dora” di carducciana memoria.


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