Senatori a vita e cavalli di caligoliana memoria
Aggiornamento: 29 mag
di Rocco Artifoni
Basta leggere la cronaca della seduta del Senato di ieri (28 maggio) per rendersi conto del livello della classe politica attualmente al governo. Perché ieri in Senato la maggioranza di centrodestra ha approvato il primo articolo del disegno di Legge costituzionale sul cosiddetto “premierato”, togliendo al Presidente della Repubblica la facoltà di nominare i senatori a vita. E già così si comprende che è una falsità sostenere che le prerogative del Capo dello Stato non vengano toccate da questa revisione della Carta Costituzionale.
I resoconti della seduta ci informano che:
1) Il Presidente del Senato Ignazio La Russa si è rivolto alla senatrice a vita Elena Cattaneo (farmacologa e biologa di fama internazionale, una vita spesa nella ricerca sulle malattie neurodegenerative) con queste parole: “per una volta che abbiamo l'onore di poterla ascoltare, prego, ha il tempo doppio”. Applausi dall’aula.
2) Il senatore Alberto Balboni, relatore del disegno di legge costituzionale sul premierato, nei confronti di Elena Cattaneo ha utilizzato questa espressione: “forse la senatrice non sa che…”. Ancora applausi dall’Aula.
3) La senatrice Julia Unterberger, nata a Merano, avvocato, capogruppo delle Autonomie, nel momento in cui ha definito “disgustoso e maleducato” l'applauso del centrodestra alle parole di Alberto Balboni, è stata apostrofata da un “impara prima l'Italiano”.
4) Quando la senatrice Unterberger ha replicato: “mancate di rispetto delle minoranze, mostrate il vostro vero volto”, nell’aula non sono mancate nemmeno le linguacce.
5) La ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati, già presidente del Senato nella precedente legislatura, ha fatto un gestaccio (quello che si utilizza per mandare qualcuno a quel paese…) nei confronti di Enrico Borghi (Italia Viva) con conseguente battibecco (“si vergogni”) e sospensione della seduta.
Prendendo atto dei comportamenti di questi senatori, inevitabilmente si finisce per pensare al cavallo dell'imperatore romano Caligola (12-41 d.C.). Già perché l’eliminazione dei senatori a vita è puro populismo e se si va su questa strada è lecito pensare (perché in questo Paese c'è ancora libertà di pensiero o no?) che il cavallo di Caligola mostrerebbe maggiore dignità di alcuni senatori (fortunatamente) non a vita.
Nel merito la senatrice a vita Elena Cattaneo ha proposto di non abrogare la possibilità di nominare i senatori a vita, ma di escluderli dalle votazioni sulla fiducia al governo, per evitare che incidano sull’equilibrio politico della legislatura. La senatrice ha rammentato che un’identica proposta era stata presentata qualche anno fa proprio da Ignazio La Russa e da Alberto Balboni.
Risultato: voto contrario alla proposta della senatrice Elena Cattaneo. Perché la coerenza non è tipica dei senatori, ma forse soltanto dei cavalli.
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