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SETTIMANA FINANZIARIA. Cina e Powell, stessa pazienza...

a cura di Stefano E. Rossi


Se Trump chiude accordi con il Regno Unito e ci diventa buonista, ovviamente a suo modo, esentando in toto dai dazi la Rolls Royce, rischiamo di perdere un filone di argomenti stuzzicanti. Apre le porte anche al Giappone e all’Europa, per ora solo a parole, e inizia a dirsi pronto alla trattativa commerciale con la Cina. Qui la rimodulazione tariffaria potrebbe comportare il dimezzamento dell’attuale percentuale (145%) o, secondo alcune fonti, addirittura scendere sotto il 60%. Ma non si fa niente per niente. Infatti, chiederebbe in cambio l’allentamento delle restrizioni all’export delle terre rare di cui è ricca la Cina.


La filosofia del Dragone rosso...

Dopo le proposte, assisteremo alle reazioni del gigante asiatico. Seduto sul solito fiume, stavolta sembra non aver dovuto aspettare che un mesetto per veder passare il cadavere del Liberation Day, ormai defunto se non altro in base alle declamazioni iniziali. Lo Stato del Dragone non pare aver finora subito contraccolpi economici di rilievo. Anzi, sebbene l’export con gli Usa sia crollato nel mese di aprile del 21 per cento, nello stesso periodo di tempo ha più che compensato la perdita grazie alle più strette relazioni voracemente intessute con tutti i Paesi colpiti dalla punizione daziaria americana. La Cina così ha chiuso il mese scorso con un inaspettato +8,1% di esportazioni totali.


E quella del presidente della Fed...

Su tassi e inflazione in America, tutto fila come previsto. Jerome Powell sta ancor più immobile di un cinese sulla riva del fiume e, anche alla riunione di mercoledì 7 maggio, lascia bloccati i tassi sui fondi federali entro l’intervallo di 4,25-4,50%. Non si tratta di una prova di forza con il Presidente americano, ma di un’intuibile prudenza che, quindi, trova ampia condivisione in tutto il mondo finanziario. Nella riunione di questa settimana del Comitato Federale, le decisioni di politica monetaria si erano complicate a causa delle ultime oscillazioni dell’interscambio estero, che avevano distorto i dati di crescita economica. Tutti gli indicatori osservati si mantengono stabili, dall’espansione dell’economia favorita da una solida domanda interna, al tasso di disoccupazione (4,2%), all’inflazione (2,4%). Però, permanendo un clima di estrema incertezza sulle prospettive future, l’atteggiamento attendista viene dai più giustificato.

Il Dollaro riprende quota e, a fine settimana, si posiziona a 1,125 sull’Euro. L’Oro oscilla più o meno stabilmente sui valori precedenti e resta caro, a 3.333 dollari l’oncia. Il prezzo del Greggio si muove un pochino all’insù e si riporta intorno ai 61 dollari al barile. In definitiva, niente di particolarmente rilevante, sul questo fronte.


Alterne vicende per Amplifon e Diasorin 

Piazza Affari chiude la settimana con due giorni di rally. È spinta al rialzo dal rasserenato clima commerciale internazionale e dal susseguirsi di buone indicazioni provenienti dalle trimestrali di bilancio delle società quotate. Vediamone una carrellata.

L’offerta pubblica di scambio sulla totalità delle azioni di Banca Generali da parte di Mediobanca, le ha dato uno sprint fuori dall’ordinario. Oltre a questo, la banca di Piazzetta Cuccia ha comunicato i dati dell’ultimo trimestre, che indicano un incremento dei ricavi del +5% e una forte crescita di tutti i business. Il CEO Alberto Nagel è convinto che l’integrazione con Banca Generali sia ben indirizzata: completerà la nostra trasformazione in un player diversificato. Con oltre il 50% dei ricavi nel wealth management e oltre 210 miliardi di masse della clientela, Mediobanca diventerà un punto di riferimento nel panorama finanziario italiano ed europeo.

Buono il risultato settimanale anche per Amplifon. Il settore è in evoluzione e mostra nuove opportunità, ma vede anche l’ingresso di nuovi e scomodi concorrenti. È il caso di Apple (cuffiette) e di Luxottica, con gli occhiali acustici Nuance Audio. Dal bilancio trimestrale, appena diffuso, emergono ricavi moderatamente in crescita del +2,6%, e così anche il margine operativo (ebitda +3,4%). Dal documento si evince un ulteriore ampliamento della rete commerciale, con l’acquisizione di oltre 220 nuovi centri acustici da inizio anno. Il CEO (l’Amministratore Delegato) Enrico Vita dichiara che, nonostante un contesto complesso, il nostro modello di business si rivela forte. Il mercato francese trainerà la crescita dei ricavi già dal secondo trimestre. L’outlook 2025 è quindi confermato. L’andamento del titolo sul lungo termine, intonato al ribasso dallo scorso dicembre 2021, secondo gli operatori era pronto da tempo per una decisa inversione di tendenza. Vedremo nelle prossime settimane se le previsioni, frutto anche delle analisi tecniche, verranno confermate.

Vicende opposte invece per Diasorin, che scende del -3,66 per cento. Leader mondiale nell’immuno-diagnostica, oltre a specializzazioni in quella molecolare e nella ricerca biomedica e genomica, la società di Saluggia (VC) ha presentato una buona trimestrale. I ricavi salgono del +8% e la marginalità operativa è in crescita del +34%. Ma non è bastato. Probabilmente ha inciso l’insuccesso di un’operazione sul capitale e l’ulteriore appesantimento della posizione netta finanziaria (di ulteriori -55 milioni di euro), cui è conseguito l’indebolimento del patrimonio netto per un ammontare più che doppio. Agli occhi degli azionisti, il giusto equilibrio tra debiti e redditività prevale sempre sulle logiche di settore. Questo anche quando l’elevato grado di innovazione produce risultati tangibili, come in questo caso, per l’autorizzazione della scorsa settimana dell’FDA americana alla piattaforma Liaison Plex, nuovo promettente pannello diagnostico delle infezioni sanguigne prodotto da Diasorin.

 

Il Borsino della settimana – rassegna dei migliori e dei peggiori titoli del listino FTSE MIB

I Tori: Mediobanca +11,92%, Amplifon +7,29%,

Gli Orsi: DiaSorin -3,66%, Campari -1,73%

FTSE MIB: +2,72% (valore indice: 39.370)

 

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