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Alberto Trentini, 207 giorni nelle carceri venezuelane


Ancora silenzio su Alberto Trentini. Anche l'ipotesi circolata tre settimane fa di una visita consolare dei diplomatici italiani nella prigione venezuelana dove è recluso l'operatore umanitario ha perduto di consistenza giorno dopo giorno. Alberto Trentini non esiste. Sembra di essere in una delle innumerevoli trame di un thriller cinematografico, dove c'è chi scompare e chi denuncia la sparizione ma non viene immancabilmente creduto. Qui, invece, a dominare il "set" è la realtà. Non c'è macchina da presa e non vi è nessun regista dietro, c'è soltanto un uomo di 45 anni dietro le sbarre. Che lo si voglia o no, questo è quanto sta accadendo da 207 giorni ad Alberto Trentini, incarcerato con un'accusa che è un punto interrogativo a tutto tondo, cui è impedito di comunicare anche con i suoi legali, oltre a non poter ricevere visite. Siamo nella normalità? Con un mondo al rovescio, è probabile. Ma si è deciso di accettarlo?

Notizie dal Venezuela. Il Paese sarà domani sera davanti al piccolo schermo per seguire la partita della nazionale di calcio che a Montevideo affronta l'Uruguay per le qualificazioni ai Mondiali del 2026. Noi italiani, reduci da recenti flop e dal licenziamento del ct. Spalletti, conosciamo bene la forza della distrazione di massa sportiva. Ogni mattina, invece, i venezuelani fanno i conti con l'aumento dei prezzi al consumo e la perdita del potere d'acquisto del bolivar. Ieri, 9 giugno, è stato reso noto il dato dell'inflazione a maggio: è del 26 per cento. Su base annua i prezzi sono aumentati del 229 per cento. Anche questa è realtà, altrettanto tragica.



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