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Papa Francesco ai vescovi Usa: "Deportare i migranti ferisce la dignità umana"


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E' una folgore la lettera che Papa Francesco ha inviato ai vescovi statunitensi, pubblicata in prima pagina con grande risalto dall'Osservatore romano oggi, 11 febbraio. Con essa, il Santo Padre prende nuovamente posizione contro il trattamento riservato da Donald Trump ai migranti e ai rifugiati, donne, uomini e bambini, famiglie intere, trattati alla stregua di merce in scadenza, deprivati della loro dignità e assicura la sua vicinanza ai fratelli vescovi "in questo delicato momento" di opposizione ai provvedimenti della Casa Bianca.

Come è stato osservato e commentato da più parti, il presidente americano sta sdoganando termini rifiutati dalle società democratiche e liberali, dopo la dolorosa esperienza della Seconda guerra mondiale, del nazismo e delle derive staliniste. Società uscite da una immane carneficina decise a combattere il putridume dei nazionalismi, dei fascismi e dei totalitarismi in generale, per seguire la strada della pace e del rispetto della dignità umana. Ciò che Papa Francesco invita a perseguire con la sua lettera inviata ai vescovi per raggiungere i cattolici americani, tutti i fedeli delle parrocchie, delle organizzazioni di carità e di volontariato, affinché la vicinanza allargata diventi anche reazione all'orrore che la parola deportazione suscita nell'animo delle persone. E, ultimo, ma non meno importante, che si rifiuti con coraggio cristiano anche l'estrema disinvoltura con cui la parole deportazione è pronunciata da Donald Trump. Imitato in questo dallo Stato di Israele, testimone e vittima dell'Olocausto, più grande offesa subita dall'umanità nel Novecento, che oggi applica nemmeno tanto sottotraccia una politica di deportazione verso la popolazione palestinese che vive, e vuole continuare a vivere, a Gaza e nei territori della Cisgiordania.

Ma il piano di Trump è di lungo raggio. Migranti e rifugiati sono il pretesto per piegare con la manipolazione mediatica la coscienza del popolo americano. Che vuole mansueto per spezzarne i valori e i principi democratici. Condizione necessaria per forgiare una nuova ideologia oligarchica, estranea anche alla cultura repubblicana, ma alla quale i democratici e Biden hanno paradossalmente concorso con la loro sciagurata politica muscolare, pensata, guidata e diretta da pochi ricchi, cui le masse devono cedere le redini in nome del bene supremo. Che naturalmente coinciderà il potere esercitato da Trump e famigli.

Papa Francesco ne ha avvertito l'immediato pericolo. Ne ha fiutato l'odore acre di ritorno provocato dalle quotidiane gocce di odio, contrabbandate per sicurezza nazionale, che il presidente americano instilla ai suoi compatrioti in nome di quella abusata triade - patria, famiglia e dio - che suona ingiuria a Dio, perché - come scrive il Papa, invitando gli uomini e le donne di buona volontà a non cedere a narrative che discriminano e causano inutili sofferenze a migranti e rifugiati - "una coscienza rettamente formata non può non esprimere dissenso verso qualsiasi misura che identifica lo status illegale di alcuni migranti con la criminalità".


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