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Oracoli ieri e oggi, ma la credulità è sempre la stessa


di Emanuele Davide Ruffino e Germana Zollesi


L’arte di prevedere il futuro ha sempre appassionato l’uomo, facendone una vera e propria professione, tant’è che una delle imprese più longeve, l’oracolo di Delfi (storica città dell'antica Grecia), ha sviluppato la sua attività per più di un millennio. Buone prospettive quindi per le tante società di rating e di tutti coloro che s’impegnano in questa difficile arte. Carenti invece sono gli studi nel verificare ex post, la veridicità delle previsioni a distanza di tempo. In altre parole, se ci hanno azzeccato.



Davanti ad un’incertezza di qualsivoglia natura, è la stessa natura umana che comincia a predisporre risposte di tipo oracolare: un esercizio intellettivo, che ha permesso di sviluppare tanti ragionamenti rilevatesi estremamente utili per gestire la crescita economico-sociale, ma ha prodotto anche tante “bufale”. Alla pretesa irrazionale di conoscere il futuro, si è sempre risposto con un’offerta di servizi che cercavano d’interpretare l’evoluzione dei fatti, rilevando i segreti che sottostanno alle specifiche problematiche.


L'oracolo di Delfi

Per essere credibili nelle previsioni del futuro, occorre essere attendibili o, più in generale, circondarsi di un alone di affidabilità in modo che la pronuncia di un azzardo su quello che accadrà, possa essere considerato verosimile. Come start up per l’oracolo di Delfi s’ipotizzò che Giove avesse liberato due aquile ai confini estremi del mondo, per vedere quale fosse il centro della terra: queste s’incontrarono a Delfi, sopra una pietra a forma di cupola, ornata da un rilievo a maglia di rete. Oggi, la mitica pietra, ritenuta l'Omphalòs, (l’ombelico del mondo), si può ammirare nel Museo Archeologico di Delfi, anche se sembra aver perso le sue grandi potenzialità previsionali. La scelta del luogo pare quanto mai appropriata: alle pendici del monte Parnaso, a quota 570, non distante dal golfo di Corinto. Secondo gli antichi grechi era stato sceltodal Dio Apollo affascinato dai fumi che si potevano inalare nella zona (ancora oggi sono presenti tracce di emanazioni composte da idrocarburi gassosi provenienti da strati profondi di roccia calcarea bituminosa, tramite fenditure del terreno poste sul punto di incrocio di due faglie sotterranee trasversali), che emanava esalazioni vulcaniche ed emissioni di etilene in grado di procurare lievi stordimenti a chi si soffermava a respirarle (inducendo il soggetto verso mistiche visioni profetiche).

La vera capacità era quella d’interpretare le allucinazioni in vaticini credibili. In ogni caso era l'interprete a sbagliare, la sacerdotessa parlava nel nome di Dio e, quindi, infallibile di per sé. Erodoto riferì che in molte occasioni i pellegrini sentirono direttamente la voce del Dio, che a volte parlava in dialetto ionico, altre in dorico, ma il più delle volte con suoni che solo alcuni eletti erano in grado d’interpretare e questi “interpreti” provenivano sempre dalle famiglie aristocratiche di Delfi. I traduttori ufficiali sicuramente disponevano di un alto livello culturale, di buon senso condito con un'innata capacità degli oracoli di dire quello che la gente voleva sentirsi dire (ma si sviluppò anche una capacità di mediazione che, secoli dopo, sarebbero tornate a chiamarsi... dorotee). Come succede ogni volta che ci si trova a gestire il potere, si utilizzano tutti i mezzi a disposizione, per preservarlo, compresa l’arte della preveggenza.

Una previsione l'azzeccò, rendendosi conto che ormai era finita, confidò agli emissari dell'imperatore le seguenti parole: “Dite al re che sono crollate le corti sfarzose, Febo non abita più qui, non ha più lauro oracolare né sorgente che favella; l'acqua parlante si è ammutolita”, ma lasciò importanti insegnamenti che ispirarono, tra gli altri, un certo Socrate “Ti avverto, chiunque tu sia. Oh tu che desideri sondare gli Arcani della Natura, se non riuscirai a trovare dentro te stesso ciò che cerchi non potrai trovarlo nemmeno fuori. Se ignori le meraviglie della tua casa, come pretendi di trovare altre meraviglie? In te si trova occulto il Tesoro degli Dei. Oh! Uomo conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli Dei”.


I "veggenti" del XXI secolo

I tempi sono cambiati, ma la voglia di conoscere il futuro è rimasta invariata, come testimoniano le continue previsioni presenti sui media e le attenzioni prestate agli opinion leader nel loro formulare congetture (come l’oracolo di Delfi, adeguatamente remunerati). E così si rimane appesi ai giudizi delle società di rating, al punto che i valori di borsa subiscono significative variazioni in conseguenza di un loro cambio di giudizio, molto più che un dato reale espresso dal mercato. La Goldman Sachs, la più grande banca d’affare al mondo, era così sicura dei suoi algoritmi previsionali da poter predire chi vinceva la Coppa del mondo di calcio: ci provò in più di un occasione, poi ha smesso! Il problema è che a volte si presta più attenzione al giudizio finale che non alle analisi frutto di ragionamenti e studi condotti con razionalità.

Ogni singolo individuo anela di trovare una risposta rassicurante da cui poter sperare in un futuro migliore. Lo scambio non era basato sul binomio “conoscenza/soluzione” ma sul binomio “disperazione/speranza” che spesso ancora determina il successo di tanti guru dell’epoca moderna. Se i Melampòdidi (tra cui l’omerico Calcante) seguivano gli eserciti per capire gli indizi che gli Dei elargivano ai comuni mortali, prima delle battaglie, sono numerosi i soggetti che oggi elargiscono previsioni sugli andamenti borsistici, sul futuro dell’economia e su cosa dovrebbero fare i politici. Anzi le loro previsioni sono spesso invocate a gran voce. Il problema della nostra società è che sono più quelli che formulano previsioni, di quelli che si adoperano per attuarle, creando un cortocircuito in quanto, ad ogni previsione, corrisponde un’infinità di ipotesi sulla sua evoluzione, tali da inficiarne il suo svolgimento.

L’uomo ha timore dell’imprevedibilità del futuro ed ha bisogno di rassicurazioni e se qualcuno gli “vende” idonee azioni di sollievo, è sempre disposto a “pagarle”. Come agli albori della civiltà, la sensibilità nel predisporre riscontri sugli eventi previsti, viene rilegata ad un ruolo marginale, in quanto prevale l’ansia dell’incognito. Tali atteggiamenti hanno sempre accompagnato la storia dell’economia ed i metodi e gli strumenti per verificarne l’affidabilità non sono mai risultati troppo attendibili alla prova dei fatti (e sugli andamenti inflattivi, forse converrebbe tornare dall’oracolo di Delfi): a volte sono stati solo modi per giustificare la propria presenza, altri hanno rappresentato il lento e faticoso evolversi della scienza, dove, anche per lo storico più attento, è difficile fissare il confine.

Succede così che, anche oggi. Sono più i dibatti sui possibili cambiamenti del PNRR, che non i ragionamenti su come utilizzarli in modo corretto; tutti i giorni vengono formulate previsioni borsistiche (o al più ci si sfida su chi riesce a fornire le notizie in minor tempo) a scapito delle analisi che hanno portato agli attuali valori; sono più le previsioni sugli andamenti demografici nei prossimi trent’anni, che non dare certezze normative sul sistema pensionistico alle necessità programmatiche delle imprese e dei lavoratori; sono di più le congetture su chi deve fare i controlli, che non valutare l’efficacia e i costi sostenuti per effettuare i suddetti controlli e via di questo passo. E la situazione rimarrà tale finché l’opinione pubblica preferirà affidarsi agli oroscopi, agli oracoli e alle previsioni di ogni genere, anziché allo studio e all’analisi dei fenomeni, ma probabilmente ci vorranno altri mille anni affinché questo accada. In realtà, sappiamo già che cosa fare, ma ci guardiamo bene dal farlo, in attesa che qualcuno ci dica che non è necessario agire... esattamente con l'inazione per la salvaguardia dell'ambiente e il contrasto ai cambiamenti climatici. Ma, per questo, non ci si deve preoccupare più da tanto: sarà la Terra a fare per noi!


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