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Siccità e patologie correlate ai cambiamenti climatici


di Giuseppina Viberti e Germana Zollesi


I segnali di un tempo impazzito si palesano in un’infinità di eventi sempre più eclatanti con effetti sulla salute sempre più evidenti che, per la loro interdisciplinarietà, rischiano di non essere sufficientemente focalizzati. Del resto, sono altrettanto evidenti le conseguente della maggiore diffusione di agenti patogeni sulla salute.

Da una metanalisi effettuabile sugli studi riguardanti gli agenti patogeni conosciuti, è possibile rilevare come, oltre la metà, mostrino un aumento della loro potenzialità infettiva correlabile a cause riconducibili all’accentuarsi dei cambiamenti climatici. La crescita delle temperature presenta un impatto significativo sulle condizioni che possono favorire lo sviluppo di questi agenti, in primis, agevolandone la proliferazione della fauna che determina la diffusione degli agenti stessi.


La rivoluzione del comportamento animale

Il diffondersi delle zanzare e di varie specie di uccelli interessate da fenomeni di migrazioni di massa favoriscono la diffusione di molte forme patogene in diverse parti del mondo, in precedenza escluse dal contagio (e per questo ancora più pericolose).

La prima risposta è accrescere le conoscenze sul fenomeno attraverso adeguate rilevazioni epidemiologiche e una classe di professionisti sanitari e manager in grado di gestire l’impatto in modo da evitare nuove pandemie, ma il problema non si può relegare ai soli ambiti sanitari, ma deve coinvolgere tutti i settori della società.

Ogni cambiamento comporta una reazione e una modifica degli atteggiamenti assunti a livello individuale e collettivo. Gli effetti del cambiamento climatico sui diversi aspetti condizionanti la salute dell’uomo stanno impattando sul mondo agricolo e sulle nostre abitudini alimentari e, più in generale sui nostri stili di vita. I danni conseguenti sulla salute provocati dalle condizioni climatiche sono note fin dall’antichità e l’aumento delle frequenze e dell’intensità delle ondate di calore possono influire direttamente sul corretto funzionamento del nostro corpo, come ci ricordano sistematicamente le campagne di prevenzione ormai ad ogni cambio di stagione. Se a questi fenomeni ciclici si aggiungono periodi di siccità prolungate, con il conseguente rischio di carestie, l’umanità si espone ad uno dei flagelli di biblica memoria (fu una prolungata siccità, rilevata esaminando gli anelli di accrescimento degli alberi coevi a dare origine del crollo dell’impero ittita 1198-1196 a.C).

Le precarie disponibilità di risorse, conseguenti all’aumento delle temperature del clima possono portare a serie conseguenze, a cominciare dalla perdita di territori abitati e la distruzione di habitat naturali, indispensabili all’equilibrio del sistema, condizionati da extreme weather (i fenomeni atmosferici violenti sempre più frequenti).


Vulnerabilità umana in aumento

Il 75% delle malattie infettive umane fino ad oggi conosciute deriva da animali e il 60% delle malattie emergenti è stata trasmessa da animali selvatici. Esse causano circa un miliardo di casi di malattie e milioni di morti ogni anno. In termini tecnici, esse vengono definite “zoonosi”. Da una valutazione della letteratura scientifica sono emerse evidenze che oltre il 58% delle malattie causate da agenti patogeni, come dengue, epatite, polmonite, malaria, Zika possono essere aggravate dai rischi climatici. Il distress globale causato dall'emergenza di COVID-19 ha rivelato chiaramente la notevole vulnerabilità umana alle malattie da patogeni.

Tali tipi di malattie hanno la capacità non solo di causare infezioni e morte in un gran numero di persone, ma anche ampie conseguenze socio-economiche (ad esempio, i costi finanziari cumulativi della pandemia di COVID-19 potrebbero salire a 16 trilioni di dollari solo per gli Stati Uniti).

L’OMS ha rilevato come 277 malattie umane possono essere aggravate dall'ampia gamma di rischi climatici innescati dalle nostre continue emissioni di gas serra e includono il 58% di tutte le malattie infettive note per aver avuto un impatto sull'umanità nel corso del tempo. L'enorme numero di malattie da patogeni e vie di trasmissione aggravate dai rischi climatici rivela l'entità della minaccia per la salute umana rappresentata dai cambiamenti climatici e l'urgente necessità di azioni per mitigare le emissioni di gas a effetto serra.


Gli imprevisti impatti sui servizi d'emergenza

L'impatto immediato sulla salute, provocato da una catastrofe ambientale si rilevano immediatamente per le difficoltà di approntare le operazioni di soccorso e sul congestionamento dei servizi sanitari. Ospedali allagati o un incendio che impediscono le comunicazioni, comportano un netto calo della capacità dei servizi sanitari di rispondere alle esigenze e ne riduce le potenzialità per periodi prolungati. Gli effetti negativi, ad esempio di un’inondazione, si sviluppano anche nel lungo periodo in quanto possono essere trasportati agenti inquinanti e chimici provenienti da acque reflue e da fognatura, causando la contaminazione delle acqua potabili. Non solo, le acque nere se non accuratamente smaltite, possono portare agenti contaminanti nei fiumi e al mare, e alcune di queste sostanze possono entrare nella nostra catena alimentare. A tutto ciò si aggiunge lo stress (amplificato sempre più dai mass media e dai social) che inevitabilmente colpisce (e demoralizza) le popolazioni. Se poi alle alte temperature, si associa il fenomeno dell’inquinamento atmosferico (in particolare, inquinamento da ozono a livelli del suolo), la crescita delle patologie respiratorie diventa inevitabile.

Altri eventi meteorologici estremi, influiscono a loro volta sulla salute pubblica: l’aumento delle ondate di calore e di gelo, le piogge acide, gli acquazzoni, le grandini estreme, le tempeste di sabbia, i tornado, gli uragani e gli tsunami, già oggi, causano condizioni igienico sanitarie ad altissimo rischio e che impegnano sempre più interventi emergenziali cui Croce Rossa Internazionale e gli altri enti faticano a rispondere con tempestività e adeguatezza. In particolare, la disponibilità di acqua rappresenta uno dei maggiori pericoli per l’umanità in quanto l'aumento delle temperature promuove in più casi una serie di infezioni, da quelle trasmesse da vettori, a infezioni enteriche, alle malattie parassitarie.


Terreno sempre più fertile per le zoonosi

Si ricorda che oltre il 50% delle malattie infettive vengono trasmesse dagli animali all’uomo (zoonosi). I cambiamenti climatici alterano le comunità animali e le reti ecologiche cui essi appartengono favorendo nuove evoluzioni generando una sempre maggiore varietà di effetti, facilitando alcune specie a discapito di altre. In particolare i cambiamenti climatici possono agire direttamente sulle possibilità di sopravvivenza dei parassiti specie quando questi presentano degli stadi di sviluppo all’esterno degli ospiti, in quanto le condizioni microclimatiche ne determinano la sopravvivenza.

Da queste osservazioni si evince che è improrogabile una sempre maggiore attenzione all’ambiente con interventi definiti a livello mondiale tenendo però presente che i vari Paesi hanno necessità economiche e politiche molto diverse: Cina e India in pieno sviluppo economico presentano una sensibilità ambientale molto diversa da quella europea; gli Stati Uniti manifestano un’attenzione all’ambiente differente sulla base del tipo di chi abita alla Casa Bianca (democratico o repubblicano), la Federazione Russa è impegnata in una guerra, l’Europa è molto diversa tra Stato e Stato, tra governo e governo, pur riconoscendo tutti la necessità d’intervenire sull’ambiente. Conclusione doverosamente allarmistica: di fronte ad uno scenario così frantumato, le zoonosi e le malattie infettive possono trovare un terreno fertile, difficilmente controllabile. Un problema in più per le nostre società.


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