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a cura di Pietro Terna

PUNTURE DI SPILLO. Incredibile: la Cina è vicina... per percentuali di anziani

a cura di Pietro Terna


“La Cina è vicina” non è né il titolo del film di Bellocchio del 1967, ma l’oggettiva considerazione che si trae leggendo l’articolone[1] dell’Economist “Un'autocrazia che invecchia - La lotta ad alto rischio della Cina per evitare il disastro demografico - Il Partito comunista punta su robot, terapia genetica e igiene a domicilio”. Noi invecchiamo altrettanto e puntiamo su un rigido nazionalismo conservatore per tenere ben lontani i migranti che vorrebbero, per molti motivi, venire in Italia.

La Cina dunque molto vicina a noi, ma qui siamo senza altrettanti robot, senza terapia genetica (in ogni caso tutta da capire) e senza igiene a domicilio, a ben vedere un problema importantissimo per un paese di vecchi, molto sentito in Giappone.[2]


Gli over 60 sono pari al 21 per cento, in Italia siamo al 18,4

Come scrive l’Economist, se gli anziani della Cina formassero un proprio paese, sarebbe il quarto più popoloso al mondo, subito dopo l'America. La popolazione di questo Stato con i capelli d'argento sarebbe anche in rapido sviluppo. I cinesi over 60 sono 297 milioni, pari al 21% della popolazione totale. Entro il 2050 si prevede che queste cifre raggiungeranno i 520 milioni e il 38%.

In Italia gli anziani[3] over 60 sono 18,3 milioni, pari al 18,4% dei 59 milioni di cittadini italiani, non lontanissimo dal 21% cinese. Oltre i 70 anni, gli anziani sono 10,6 milioni, più della popolazione della Lombardia. Gli over 60 popolerebbero[4] ad esempio Lombardia più Piemonte più Puglia, formando un nuovo ipotetico paese europeo più grande di ben 21 degli aderenti dell’Unione Europea, a iniziare da Paesi Bassi, Belgio e via via a scendere.

Che cosa intende fare la Cina? Sempre secondo l’Economist: prima di tutto contrastare il calo della forza lavoro per evitare un rallentamento della crescita del PIL. Negli ultimi quarant'anni l'economia si è espansa in media del 9% all'anno, grazie a un aumento della popolazione adulta in età lavorativa. Ora, però, molti di questi lavoratori stanno raggiungendo l'età della pensione. Peggio ancora, la Cina sta invecchiando prima di diventare ricca. Nel 2008, quando la popolazione giapponese ha iniziato a diminuire, il suo PIL pro capite era già di circa 47.500 dollari in dollari attuali. Quello della Cina è di soli 21.000 dollari. Via via che si spende per proteggere i cittadini che invecchiano, meno denaro sarà disponibile per la generazione dei lavoratori per consumare o investire.

 

Previsto l'innalzamento dell'età pensionabile

La Cina, per mantenere la sua economia in crescita. potrebbe aumentare l'età richiesta per ottenere una pensione pubblica. La maggior parte degli uomini può smettere di lavorare a 60 anni; le donne che lavorano negli uffici possono andare in pensione a 55 anni e quelle che lavorano nelle fabbriche a 50. In parallelo, si prevedono piani pensionistici privati.

Ricorda qualcosa successo durante il Governo Monti, anche se le età non erano quelle, ma la dissennatezza di chi per tanto tempo non aveva voluto concludere la riforma delle pensioni fece addossare le “colpe” di una decisione diventata improcrastinabile proprio a quel Governo. Chissà se in Cina c’è una studiosa del valore e della competenza della professoressa Fornero, che fu chiamata da Monti al Ministero del lavoro proprio per realizzare l’operazione di riforma? Per la Cina l’innalzamento dell’età pensionabile ora serve anche, o soprattutto, a garantire la presenza di un numero sufficiente di lavoratori. Lo stesso scenario si manifesterà da noi.

La Cina sta seriamente aumentando il numero di robot capaci di sostituire il lavoro: da 400 per ogni 10mila lavoratori al raddoppio nel 2050. Un percorso che dovremo seguire anche noi, con una inversione di prospettiva: non i robot che tolgono il lavoro, ma i robot che sostituiscono i lavoratori che non ci sono.

Un po’ meno rassicurante la notizia dei grandi investimenti per cure genetiche antinvecchiamento; molto meno traumatiche le misure per l’assistenza domiciliare per l’igiene degli anziani e dei disabili. L’Europa dovrebbe considerare un’analoga prospettiva, come un altro passo avanti dell’igiene dopo quello gigantesco delle tubazioni per l’acqua nelle case e degli scarichi per i liquidi reflui.[5]

Ancora un elemento dell’analisi parallela dell’invecchiamento in Cina e in Italia. Per la Cina tutto ha inizio con quella politica del figlio unico[6] che ora sta manifestando le conseguenze di lungo termine; per noi, con lo straordinario cambiamento, non sempre volontario, dei comportamenti riproduttivi. Gli effetti sono gli stessi: se il numero delle donne in età fertile è limitato, non c’è politica di rilancio della natalità che abbia facile esito. Sappiamo quel che sta facendo la “Cina vicina”. E noi? Non pervenuto!

L'autunno di un quintetto stellare  

Il nostro baccelliere di musica commenta che fa una certa malinconia pensare all’invecchiamento della Cina. L’avevamo lasciata come una società giovane e in espansione, votata ad una crescita inarrestabile. Ora la ritroviamo a fare i conti con il tempo che passa e con le sue conseguenze sulle persone. L’autunno è autunno per tutti. Veniamo alla musica. A raccontarla, sembra una di quelle vecchie barzellette. C’è un francese, anzi un poeta francese. C’è un musicista, ungherese di nascita e parigino di adozione. Ci sono poi cinque jazzisti afroamericani, tutti fra i venticinque e i trent’anni. Ne nasce questo piccolo capolavoro, Autumn leaves[7] partorita da Prevert e Kosma e reinventata da un quintetto stellare formato da Miles Davis (nella foto a lato) alla tromba sordinata, Cannonball Adderley al sax alto, Hank Jones al pianoforte, Sam Jones al basso e Art Blakey alla batteria. Raramente l’esecuzione strumentale di un brano, ricca di assoli improvvisati, è stata tanto aderente al testo. Fino a rivelarne la poesia pur rinunciando alle parole.


Note

[1] An ageing autocracy - China’s high-stakes struggle to defy demographic disaster -The Communist Party puts its faith in robots, gene-therapy and bathing services, online a https://www.economist.com/china/2024/04/09/chinas-high-stakes-struggle-to-defy-demographic-disaster 

[5] Molto interessante https://www.bigrentz.com/blog/very-not-boring-history-plumbing sulla storia del plumbing, l’idraulica!

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