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La crisi economica sempre più incombente sul Piemonte


Riceviamo e pubblichiamo. Questa mattina, 16 gennaio 2024, presso la Città Metropolitana di Torino si è tenuto il Consiglio regionale aperto su “Le imprese in crisi in Piemonte – situazione e prospettive”.

Credo però che questa mattina sia siano visti due film completamente diversi, durante l’Assemblea aperta sulle crisi delle imprese in Piemonte. Da una parte, quello raccontato dall’assessore Elena Chiorino, che ha delineato con toni trionfalistici e da campagna elettorale uno scenario positivo, l'altro, quello disegnato dagli interventi delle parti sociali che ci hanno presentato una regione in sofferenza.

Non credo che la situazione che stiamo vivendo sia semplicemente un elenco di casi isolati, ma purtroppo si tratta di una valanga, un’onda lunga di crisi che arriverà nei prossimi mesi e anni. Ce lo dicono i dati economici italiani e internazionali. Ce lo conferma la crisi della Germania. Dire questo significa avere senso di realtà, ammettere che l’aumento nel terziario non è una compensazione per la crisi dell’industria, né in termini quantitativi, nè qualitativi. Non c’è salvezza per il Piemonte se non si salva l’industria perché la vocazione di metà di questa Regione è prettamente industriale. Purtroppo oggi ho sentito dalla Giunta Cirio una sottovalutazione del tema industriale.

Credo che sia fondamentale che questo Governo, invece di occuparsi di temi come quello del Ponte sullo stretto di Messina, si impegni a dare a tutto il Paese un piano industriale. Non solo il Piemonte, ma l’Italia intera ne ha necessità. E’ quanto mai importante usare bene i fondi europei, ordinari della programmazione e straordinari del PNRR che, se spesi bene, consentiranno un rilancio dell’economia (si parla di 1,318 miliardi FSE nel settennato 2021-2027+fondi GOL PNRR). Inoltre, non deve essere sottovalutato il tema dell’Intelligenza Artificiale che rischierà di impattare pesantemente sul settore produttivo e lo farà non tra anni, ma tra mesi.

Infine, si deve smettere di affrontare i problemi attraverso una visione privatistica. Faccio l’esempio del tema della non autosufficienza che riguarda ormai quasi tutti le famiglie e che non può essere scaricato su di loro perché ha un impatto fortissimo sulla vita delle persone. Ho poi ascoltato nell’intervento dell’assessore Chiorino una sorta di accanimento sui poveri: la povertà non è una colpa e dirlo è una regressione culturale e politica proprio in una Regione che sul contrasto alla povertà ha fatto scuola.


Monica Canalis (Pd), vicepresidente della III Commissione del Consiglio regionale

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