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Europee 2024: c'è chi sostiene di aver vinto, perdendo voti...

di Giancarlo Rapetti*


Le elezioni europee, tanto attese, si sono finalmente svolte, e hanno dato i loro responsi, al plurale. Il primo responso. Sono stati eletti i 76 parlamentari che rappresenteranno l’Italia nel Parlamento Europeo. Per sapere tutti i nomi bisognerà aspettare i risultati definitivi e i giochi delle opzioni e delle surroghe, ma il risultato numerico è acquisito.

L’Italia è risultata il paese più prevedibile e più stabile, mente nel resto d’Europa i cambiamenti sono stati brutali, a cominciare da Francia e Germania. Comincerà ora, sulla base dei risultati e degli orientamenti dei principale partiti, il confronto per la formazione di una maggioranza e l’espressione della nuova Commissione. Un gioco democratico a cui in Italia non siamo più abituati.

Il secondo responso riguarda la politica interna dei singoli stati. In Francia si è avuto l’effetto più dirompente: il Presidente Emmanuel Macron ha annunciato lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale e nuove elezioni parlamentari. Da un lato Macron prende atto che c’è troppo divario tra lo spirito degli elettori e l’attuale composizione del Parlamento. Dall’altro, presumibilmente, punta al rimbalzo di fronte allo choc di una destra vicina a conquistare la République.


Meloni: 600 mila voti in meno, eppur si muove...

In Italia, come si diceva, non è successo niente di eclatante o imprevedibile. Prova ne sia che i politici e i commentatori possono legittimamente dire cose tra loro ben diverse, pur partendo dagli stessi dati o dalle stesse sensazioni. Giorgia Meloni ha subito dichiarato che il suo partito ha superato il risultato delle scorse elezioni politiche. L’affermazione è vera a metà: ha superato il risultato in percentuale, che poi è quello che conta per l’attribuzione dei seggi. Ma ha perso circa 600.000 voti in valore assoluto: il test di popolarità segna al ribasso. Altri 400.000 voti li hanno persi i suoi alleati, quindi, in totale, la Destra al governo cede di un milione di voti rispetto alle politiche di due anni fa. Rispetto alle precedenti europee la perdita è di due milioni di voti. Non c’è comunque da stare allegri: il dato deriva dalla diminuzione del numero degli elettori, che ha penalizzato un po’ tutti i partiti, anche se in misura diversa. Per esempio il PD ha perso mezzo milione di voti rispetto alle europee del 2019, ma ha recuperato qualcosa rispetto alle politiche del 25 settembre 2022.

Ancora una volta, in modo inesorabile, la crisi della politica domina la scena: la diminuzione del numero dei votanti fa sì che il peso degli elettori fidelizzati, più ideologizzati o semplicemente più tifosi aumenti. Ottiene inattesi exploit chi indovina lo slogan capace di intercettare la pulsione o la paura del momento. E ogni maggioranza legale è una minoranza reale.


Quando diventerà reale (e adulto) il centro sinistra?

Ora nella politica italiana accade una cosa assai strana: la destra virtuale e quella reale coincidono, nella alleanza tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Il centro-sinistra virtuale, invece, quello per capirci formato dal PD e dalle forze moderate e centriste (non trovo una definizione migliore, sorry) non riesce a diventare reale. Non da oggi. Monti e Bersani non si allearono nel 2013: la loro alleanza avrebbe cambiato le sorti di quella legislatura e, a cascata, delle successive. Nel 2022 ci fu un fugace tentativo, incompleto, subito naufragato.

Eppure il centro-sinistra virtuale potrebbe tenere il campo: il divario rispetto alla coalizione di destra, che alle europee 2019 era di sei milioni di voti, in queste si è ridotto, si fa per dire, a quattro milioni, stabile rispetto alle politiche; ma è un dato a cui manca, in un sistema elettorale ipermaggioritario, la forza derivante dalla coalizione.

A questo punto, delle due l’una: o il centro–sinistra virtuale, come prima definito, diventa reale; o si riesce a scardinare la legge elettorale, ripristinando il gioco democratico. L’unica certezza è che sono due strade in salita, che hanno bisogno di lavoro politico, visione e leader all’altezza.


*Componente della Assemblea Nazionale di Azione

 

 

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