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Dall'esperienza di "Città ferite" lo slancio per nuove iniziative

Aggiornamento: 7 lug

di Vice


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Non è mancato un velo di tristezza da parte degli organizzatori e dei volontari alla chiusura della mostra fotografica "Città ferite, Torino-Rivoli Anni '70" [1] e al successivo smontaggio dei pannelli. Accade. Soprattutto quando si realizza un interesse crescente attorno a un'iniziativa che ha saputo coinvolgere centinaia di visitatori insieme con numerose classi di studenti nelle sale della Casa del Conte Verde in via Piol 8, a Rivoli. Interesse su un tema non esclusivo, ma presente in forma diffusa e ancora vivo sulla pelle di chi ha subito quel lungo e tormentato periodo del terrorismo, fenomeno eversivo e politico che a distanza di oltre mezzo secolo non ha dissipato lati oscuri, buchi neri, misteri, nonostante gli innumerevoli passaggi giudiziari, l'impegno degli inquirenti e delle Procure dei Tribunali, e le ricostruzioni storiche.


Di qui "l'innesto" di un cruento episodio di terrorismo - il ferimento del dirigente industriale Enrico Boffa - avvenuto a Rivoli la sera del 21 ottobre del 1975 sulla mostra fotografica "Torino città ferita: 11 dicembre 1979" - realizzata dalla Porta di Vetro con il sostegno del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comitato Resistenza e Costituzione - esposta nel salone della Biblioteca nazionale Universitaria in piazza Carlo Alberto a Torino. Una felice evoluzione cui la Porta di Vetro guarda fin dalla presentazione del progetto che ha come traguardo la costruzione di un percorso itinerante in Piemonte nel segno della partecipazione determinante delle amministrazioni locali, come è avvenuto a Rivoli.

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Fu il partito armato delle Brigate Rosse che mirava a coinvolgere la classe operaia nei suoi disegni eversivi a colpire Enrico Boffa (deceduto all'età di 87 anni il 14 gennaio scorso) 21, direttore del personale della multinazionale americana Singer, al centro in quegli anni di una intensa mobilitazione sindacale per contrastare la chiusura dello stabilimento di Leini. Fotografie, articoli di giornali, pubblicazioni, interventi politici sistematizzati in un'unica sala hanno così ricostruito quel drammatico avvenimento da cui Enrico Boffa, che era capogruppo della Democrazia cristiana nel consiglio comunale di Rivoli, uscì traumatizzato. Fu esperienza terribile e dolorosa che lo allontanò definitamente da ruoli di vertice nell'industria privata. Una vita spezzata per altre vie.

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La mostra è rimasta meta di visite e di appuntamenti collaterali fino a domenica scorsa dall'apertura dell'8 ottobre scorso con un affollato vernissage, cui hanno partecipato decine di persone, vittime e famigliari delle vittime del terrorismo, amministratori e istituzioni locali, dal sindaco di Rivoli, Andrea Tragaioli, che ha personalmente creduto nella collaborazione tra La Porta di Vetro e Unitre Rivoli, al vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Daniele Valle, insieme con i precedenti primi cittadini rivolesi, da Nino Boeti a Franco Giusto Dessì. [https://youtu.be/LyCtpO09NHQ] [3]. Tra gli incontri ricordiamo in particolare il Convegno del 21 ottobre dedicato a Enrico Boffa e incentrato sulla convergenza di violenza e odio, ieri come oggi, con interventi di Pierantonio Boffa, Flavio Fossat e Giampaolo Giuliano (Aiviter), conclusioni di Germana Tappero Merlo. [3]


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Note


[1] La mostra è stata realizzata con la supervisione di Bruna Bertòlo (presidente di Unitre Rivoli) e di Michele Ruggiero (presidente de La Porta di Vetro), curatela di Tiziana Bonomo.

[2] Per il video si ringrazia Life








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