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“La fede collegata al futuro” il messaggio del Sinodo valdese

di Piera Egidi Bouchard



Mercoledì prossimo a Karlsruhe, in Germania, l’undicesima Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese si aprirà in un frangente particolarmente difficile per il dialogo come quello determinato dalla guerra in Ucraina, che ha prodotto anche conflitti e spaccature tra le Chiese cristiane. Non a caso, il tema dell’ecumenismo e della pace, è stato al centro della recente Assemblea Sinodo che si è svolta a Torre Pellice a partire dal 21 agosto fino al 26.



Un'assemblea che si è inaugurata nel culto di apertura, nel significativo appello alla responsabilità cristiana di “sperare contro speranza”, come ci incita a testimoniare l’apostolo Paolo sull’esempio della fede di Abramo (Rom.4,18), perché “non ci è concesso di cedere alla disperazione: guardare avanti con ottimismo non è ingenuità, è fede collegata al futuro.”


A quindici anni dall'ultimo incontro congiunto

Così hanno ricordato i due predicatori, un pastore valdese, Daniele Bouchard, e uno battista, Lino Gabbiano, insieme a presiedere il culto di questa Quinta Assemblea Sinodo, che ha visto riuniti dopo 15 anni duecento delegati dalle chiese valdesi, metodiste e battiste di tutt’Italia. Ossia, quel “BMV”- come si dice brevemente in sigla - che li vede già operanti insieme nel settimanale Riforma, nella Facoltà valdese di Teologia per la formazione dei pastori, nel reciproco riconoscimento dei ministeri, e in moltissime iniziative comuni a livello territoriale. Il proposito ultimo è quello anche di promuovere le prossime sessioni congiunte con scadenza quinquennale. E ai loro lavori sono giunti i saluti di chiese italiane ed estere dell’ecumene protestante.


Il messaggio di Papa Francesco

Aperti all’ecumenismo, ma attenti alla propria identità teologica e storica: di rilievo è la collaborazione con le comunità cattoliche del Pinerolese, il cui vescovo monsignor Derio Olivero, presidente della Commissione CEI per l’Ecumenismo e il Dialogo, ha mandato il suo saluto, così come papa Francesco, che ha auspicato ulteriori percorsi comuni tra le chiese cristiane, perché “di fronte al mondo di oggi, segnato da divisioni, sfregiato dalle guerre, dove sembra prevalere l’indifferenza e l’egoismo, è compito nostro testimoniare la bellezza e la fecondità dell’accoglienza, della condivisione e dell’amore.”

Il tema della pace è stato al centro della serata pubblica del lunedì 22 ”Pace e pacifismi in dialogo”, e nella decisione comune - in ricordo della ricorrenza dello storico discorso di Martin Luther King "I have a dream", del 28 agosto 1963 - di fondare un centro di formazione sui temi del pacifismo e della tutela del creato.


Il ruolo delle donne nelle Chiese cristiane

È stato così formalmente rinnovato il Patto – termine di valenza biblica e storica – tra le chiese, centrandolo su queste linee-guida e sulla collaborazione per la lotta alla povertà, per l’inclusione, per la giustizia sociale, come ha ricordato il presidente del Sinodo, pastore Pawel Gajewski, nel proseguimento dopo la fine dei lavori congiunti BMV, e conclusosi con le elezioni ai vari incarichi e la rielezione a moderatora di Alessandra Trotta, palermitana, la seconda donna eletta al massimo incarico, diacona metodista.

Le donne sono molto presenti e attive nelle chiese. Nel culto di apertura, anche quest’anno è stata consacrata una nuova pastora, Sara Heinrich (nella foto a destra); inoltre, da parte battista ha condotto i lavori congiunti una laica, Sara Comparetti, vicepresidente FCEI.



L'impegno per l'accoglienza e il rispetto del lavoro

Nel culto di chiusura, condotto dal Seggio, ha presieduto la Santa Cena anche il pastore Marcelo Nicolau, neoeletto Moderador della Mesa Valdense, la chiesa parallela del Rio della Plata - fondata a seguito della massiccia, secolare emigrazione per carestia e povertà dalle Valli valdesi in Argentina e Uruguay - che conta ora 24 comunità e solo 9 pastori che se ne prendono cura – come ricordato dal Moderador, in una vastità di 9.500 chilometri tra il Nord e il Sud e di 1000 chilometri tra Est e Ovest.


Siamo stati e siamo emigranti, nelle Americhe, in Europa e nel mondo. Un passato che fa incontrare le comunità evangeliche dappertutto. Ed è anche per questa memoria che la Federazione Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) è particolarmente impegnata nell’accoglienza dei migranti, insieme alla Comunità di Sant’Egidio e ad associazioni laiche, con i “corridoi umanitari” dal Libano, dalla Libia, dall’Afghanistan. All’impegno diaconale e sociale vanno - insieme ai progetti culturali – i fondi dell’8 per mille che 570.000 contribuenti italiani devolvono, consapevoli - cittadini non credenti o diversamente credenti - che gli evangelici si autofinanziano l'attività religiosa, mentre utilizzano la contribuzione “laica” per progetti in Italia e nel mondo. E il Sinodo, sui temi sociali, ha votato un importante documento sul lavoro, in cui patrocinava il riconoscimento del “salario minimo”, perché bisogna dire un chiaro e forte "No" ai “lavoratori poveri”, il nuovo sfruttamento in atto, soprattutto delle giovani generazioni.


Un auspicio per il Parlamento che verrà

Il Sinodo si è concluso guardando al presente, con una raccomandazione ad esercitare con consapevolezza e discernimento il diritto di voto, nella preoccupazione rispetto alla tendenza alla radicalizzazione intesa come rifiuto del dialogo e demonizzazione dell’avversario politico, e ricordando al Parlamento che verrà la responsabilità di un allargamento del “diritto di cittadinanza”, esprimendo alla fine "una preghiera per il bene della città", secondo l'antico monito del profeta Geremia, che ha sempre guidato ad impegnarsi i credenti nella vita civile, in attuazione della propria fede e valori cristiani.





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