L’Europa dei muri e delle frontiere al Festival delle migrazioni
Aggiornamento: 28 dic 2022
di Gabriella Bordin *
Il 27 settembre prossimo, al Teatro Cottolengo di Torino, vi sarà la prima ripresa de Prima fu la volta dei migranti. Inchiesta sull’Europa dei muri, una lezione teatrale realizzata dall’associazione Almateatro che si avvale delle professionalità di Elena Ruzza e Suad Omar, in scena a raccontare e fare comprendere vent’anni di politica migratoria europea.
La ripresa della lezione avviene nel contesto della seconda edizione del Festival delle migrazioni, che, dal 25 al 29 settembre, vedrà alternarsi nel capoluogo torinese spettacoli, concerti, incontri, workshop, tutti dedicati al tema delle migrazioni. Un’iniziativa che vuole essere, innanzitutto, una risposta culturale al bisogno di una corretta comprensione del fenomeno migratorio, troppo spesso oggetto di manipolazioni mediatiche e politiche facili a creare un immaginario negativo e discriminatorio.
La ripresa dello spettacolo capita – e in questo ringraziamo “la Porta di Vetro” dell’ospitalità, utile anche all’allargamento del dibattito – in concomitanza con due fatti importanti nello scenario globale: l’accordo sulla redistribuzione dei migranti siglato a Malta il 22 scorso tra 5 paesi Ue (Francia, Germania, Italia, Finlandia e Malta), e il 3° Global Strike for Future , ribattezzato impropriamente “sciopero per il clima”, che vedrà un vasto numero di studenti manifestare per la tutela dell’ambiente. Il caso vuole che la rappresentazione teatrale di venerdì prossimo sia destinata proprio a un pubblico di studenti, che dai temi trattati potrà prendere coscienza delle forti connessioni che intercorrono tra fughe di profughi e calamità naturali.
La coincidenza con l’accordo di Malta testimonia, ancora una volta, l’estrema attualità dell’inchiesta teatrale di Almateatro e del suo soggetto: la politica migratoria dell’Ue. La ricerca condotta da Davide Rigallo restituisce vent’anni di politica migratoria, dove direttive, regolamenti, accordi sono richiamati per dimostrare il suo carattere prevalentemente securitario. Un orientamento che ha visto una significativa restrizione dei margini dei diritti fondamentali, a cui è corrisposto un aumento, anche finanziario, dei controlli alle frontiere, della sicurezza, delle barriere anti-migranti. Nella ricostruzione della crisi dei profughi del 2015-2016, la documentazione si alterna alle testimonianze dei sopravvissuti alle stragi nel Mediterraneo e dei tanti profughi che hanno perduto la vita nel tentativo di attraversare frontiere sempre più controllate.
La rappresentazione è introdotta da un prologo di videotestimonianze – “Essere Europa”, regia di Ana Sofia Solano – in cui un gruppo di ragazze e ragazzi di “seconda generazione”, si misura con i contenuti della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue alla vigilia del suo ventennale: un modo per confrontare l’Europa come dovrebbe essere con quella che, invece, è.
L’ultima rappresentazione di Prima fu la volta dei migranti è stata il 10 maggio scorso, al Teatro Superga di Nichelino, in occasione della Festa dell’Europa e a pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento. In quell’occasione, al termine della lezione, Michele Ruggiero, presidente de “La Porta di vetro”, e Massimo Gnone, UNHCR, avevano sviluppato un dibattito in cui il tema delle migrazioni si legava strettamente alle incognite delle elezioni europee. A quattro mesi di distanza, il quadro politico nazionale ed europeo risulta cambiato. Venerdì prossimo, alla fine della rappresentazione, saranno l’ex-eurodeputata Elly Schlein e Massimo Gnone a sviluppare il tema Migrazioni e politiche di frontiera: la crisi dei diritti e i nazionalismi contro i migranti in Europa.
* Regista teatrale, presidente dell’associazione Almateatro.
Comentários