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Economia circolare secondo Luca Locatelli alle Gallerie d'Italia

di Tiziana Bonomo


Torniamo indietro nel tempo quando Gaio Cilnio Mecenate, il migliore amico e stretto collaboratore dell'imperatore romano Ottaviano Augusto si fece notare per il suo sostegno nei confronti dei giovani letterati. Da allora per mecenatismo si intende “l’arte” di favorire le arti e le lettere. Un tempo si accordava anche munifica protezione a chi le coltivava. Molto diffuso nel Rinascimento e oggi lo stesso termine è riferito anche all’attività di sostegno finanziario che alcune imprese private, come Banca Intesa Sanpaolo, svolgono a favore di iniziative artistiche o culturali di alto livello. Il tema del mecenatismo è sempre più rilevante e diventa funzionale per comunicare dichiarati intenti che siano essi aziendali o istituzionali. Ecco allora l’arte a servizio dei mecenati e i mecenati che prendono a prestito l’arte.


Il progetto è ambizioso e tocca il delicato e complesso tema dell’economia circolare. Durante la sua presentazione, il presidente Gros Pietro di Intesa Sanpaolo ha evidenziato quanto la banca abbia già messo in atto attraverso, per esempio, l’adesione all’accordo mondiale Net-Zero Banking Alliance, promossa dalle Nazioni Unite, in cui i principali istituti di credito si sono impegnati a finanziare l’obbiettivo di azzerare entro il 2050 le emissioni. Intesa Sanpaolo ha addirittura anticipato tale obiettivo al 2030 per alcuni settori molto inquinanti come carbone, petrolio, elettricità, metano. Merita citare, quanto ricordato da Gros Pietro, la nascita dell’Innovation Center della banca che presidia le iniziative svolte in ambito di circle economy: “sia compito della finanza di favorire una sensibilità ambientale ad ogni livello nei comportamenti individuali come nelle imprese, nelle scuole e anche in ambito culturale. La nostra iniziativa qui espone alcuni progetti virtuosi di economia circolare che sono diventati arte attraverso la lente del fotografo Luca Locatelli, che negli ultimi due anni ha viaggiato attraverso l’Europa su nostra commissione alla ricerca di storie emblematiche.”[1]

Il presidente Francesco Profumo di Compagnia Sanpaolo evidenzia come il ruolo delle banche sia diverso da quello delle fondazioni: “la Banca fa credito, le fondazioni fanno filantropia”. Ecco allora che l’impronta del mecenate si riveste di quella del filantropo che promuove il benessere e la felicità sociale. Nel caso di circle economy l’operazione congiunta di mecenate e filantropo si è espressa in una mostra di grande valore che utilizza il potente linguaggio della fotografia per divulgare messaggi sulle soluzioni al cambiamento climatico e sulla circolarità.

Allora tematiche complesse come quella dell’economia circolare per essere portate alla portata dei cittadini hanno necessità di un accompagnamento grazie all’ AWorld  ( la start up e la piattaforma ufficiale scelta dalle Nazioni Unite per la Campagna globale ActNow) con cui “la Compagnia ha attivato un percorso formativo. The Circle Challenge quindi consente di acquisire esperienze da parte dei cittadini sui temi del nostro presente e su quello, quantomai centrale, della sostenibilità ambientale”.

Per la mostra “The Circle” è stato scelto Luca Locatelli, un autore che ha vinto nel 2020 il primo premio del prestigioso World Press Photo nella sezione Environment Stories. La storia di Luca Locatelli parte da lontano: dall’Amazzonia, dall’ambientalismo, dall’idea di creare modelli di sviluppo sostenibile che potessero essere rispettosi della natura.

“Mi sono imbattuto in questo lungo processo che dura da 15 anni: una sorta di giornalismo investigativo sulle soluzioni che si fonda su una mia reale passione. Sono iscritto a tutti i magazine possibili ed immaginabili, lavoro con gli scienziati, parlo con persone che mi fanno cadere addosso storie incredibili, ho una mappa piena di puntini di possibili soggetti da fotografare. Quando questa opportunità si è presentata ho voluto aumentare a livello fotografico il livello artistico. Perché avevo l’opportunità di farlo. Fino allora avevo lavorato per i media internazionali: National Geographic o il NYTimes. Qui stiamo parlando di arte, di un museo, di arte e informazioni. Ho percorso una strada sentendomi quasi un traduttore della scienza cercando di contribuire con il mio apporto artistico a tradurre la scienza delle soluzioni in un linguaggio attraente e magnetico che lo attragga verso le informazioni. Le mie foto vogliono essere un magnete che genera curiosità.”

L’autore ha avuto al suo fianco un’abile curatrice Elisa Medde con una precisa visione curatoriale. “Un ruolo da traduttrice: Luca realizza le storie, ha realizzato le immagini, ha costruito una poetica e una narrativa e il mio compito è stato quello di trovare un modo per rendere fruibile e raccontabile questa narrativa al grande pubblico.”

Un tema complesso che Locatelli ha voluto affrontare con le immagini puntando l’attenzione sulla cultura del cambiamento. È significativa la sua consapevolezza sul fatto che “l’esercito silente delle innovazioni è confinato in report scientifici difficilmente leggibili che non riescono mai a bucare e ad entrare nella discussione. Credo sia importante lavorare sulla cultura del cambiamento come una delle innovazioni in atto, altrimenti le innovazioni quando arriveranno con le loro soluzioni non verranno capite in mancanza di strumenti culturali. Quello che sta succedendo qui è innovazione come tutti i soggetti che ho fotografato.”

 Forse per affrontare un tema così delicato e complesso sarebbe meglio ridurre, sintetizzare, concentrare l’attenzione su poche ma significative storie affinché non si obblighi il visitatore a perdersi nelle innumerevoli letture, QR-code e messaggi diretti e trasversali. Forse. O forse l’eccesso di documentazione fa sì che avendo tanti esempi qualcosa nel pubblico rimanga e sia da stimolo a ricercare di più soprattutto chi ha più sensibilità, mezzi di informazione, facilità all’apprendimento.

La comunicazione in ogni caso mi sembra chiara: il messaggio si rivolge in primo piano a chi opera nell’industria e ha un ruolo attivo nell’economia e ha relazioni con le banche grazie agli esempi virtuosi in mostra: circa 70 immagini in mostra e di grande formato, dieci paesi e ben 18 progetti. Ne cito alcuni come in Italia Larderello che nel 1911 divenne la sede della prima centrale geotermica al mondo e che nel tempo fu in grado di dimostrare come si può essere in grado di fornire energia in vaste zone. L’Italia ha un potenziale di energia geotermica estraibile e sfruttabile che si stima valga tra i 500 milioni e i 10 miliardi di tonnellate di petrolio equivalente, vale a dire tra i 5800 e i 116.000 terawattora di energia, a fronte di un fabbisogno annuo di poco superiore ai 300 terawattora.

Sempre in Italia si susseguono esempi di “riciclaggio tessile” – a Prato l’industria di riciclaggio della lana ha una lunga tradizione – e una startup torinese si occupa del recupero di scarti alimentari per l’allevamento di insetti destinati alla produzione di farine proteiche, oli proteici, fertilizzanti e chitina per l’industria agricola. Le immagini proseguono mostrando esempi sulla produzione di carta riciclata, sull’agricoltura subacquea, sul processo della fotosintesi che si verifica nelle piante, nelle alghe e in alcuni batteri, consentendo loro di convertire l’energia luminosa in energia chimica sotto forma di glucosio. E poi altri esempi con immagini scattate in Germania, Islanda, Francia, Romania, Austria, Svizzera, Spagna.

 Le immagini sono sorprendenti e il concetto di economia circolare sembra offuscare l’arte di Locatelli. Ma per l’autore è già molto essere presente in questa mostra con tutte immagini di esperienze positive e di possibili soluzioni. Questo è solamente l’inizio e Locatelli non vede l’ora di aggiungere nuove esperienze per far “circolare” la sua mostra.


Foto realizzate da Tiziana Bonomo


Note


[1] La mostra “The circle” del fotografo Luca Locatelli presso Gallerie D’Italia a Torino resterà aperta fino al 18 febbraio 2024. 

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