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8 marzo: si realizzi per le donne l'impegno della Costituzione

di Chiara Laura Riccardo

“Le donne di tutti i paesi civili hanno scelto una data per celebrare unite la festa della donna: l’8 marzo. In questa giornata la donna pone tutte quelle rivendicazioni che sino a oggi non ha ancora ottenuto e la cui conquista è indispensabile per la valorizzazione della sua personalità e per il progresso dell’umanità intera”. Questo il testo riportato in un volantino del 1948 in occasione dell’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna.

Due anni prima, nel 1946, la parlamentare Teresa Mattei, la più giovane tra le donne elette nell’Assemblea Costituente, propose la mimosa come fiore rappresentativo di questa giornata, un fiore che simboleggia la forza grazie alla sua capacità di sbocciare e mantenersi vivo a lungo anche in ambienti non favorevoli. Oggi, 8 marzo 2023, per celebrare con rispetto e progettualità la Giornata Internazionale della Donna, non possiamo non volgere il nostro sguardo alle lotte femminili del passato per l'uguaglianza, alle lotte del presente dove ancora troppe sono le donne vittime di soprusi e violenze, troppe le donne che non riescono a realizzarsi professionalmente a causa dei retaggi culturali (perché la donna può essere o solo madre o solo lavoratrice e non può ambire a ruoli di potere) e troppe le donne cui non è concesso di far sentire la propria voce, di mostrare senza veli il proprio volto, di usufruire del diritto all’istruzione (un pensiero va rivolto alle giovani studentesse iraniane avvelenate perché lottano proprio per questo diritto).

Senza dimenticare, poi, quelle donne vittime di nuove forme di mobbing meno evidente, quello verso le lavoratrici che non hanno figli e che per il solo fatto di essere considerate “libere” dagli impegni familiari devono garantire flessibilità e qualità lavorativa superiore in quanto la presunta maggiore libertà in termini di orari e di soprattutto di obblighi familiari viene confusa con una carta bianca messa a disposizione del lavoro e, a queste donne, a volte, risulta impossibile spiegare che anche la loro vita fuori dal lavoro è importante (come denuncia l’Associazione Gateway Women che dà supporto alle donne senza figli).

Il Report dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro “Care work and care jobs for the future of decent work”, evidenzia come le donne in Italia si facciano carico del 74% del lavoro non retribuito (cura dei figli, lavori domestici, ecc.) dedicando a questo, in media, 5 ore al giorno, mentre gli uomini solo un’ora e 48 minuti. Un divario notevole che spesso costringe molte donne a dover “scegliere” tra vita professionale e vita familiare. Sembra impossibile, ma questa è ancora la fotografia dell’oggi. Ed è dunque doveroso rivolgere uno sguardo di speranza al futuro di tutte le donne, un futuro dove il problema della parità tra i generi non sarà più eludibile.

Che questo 8 marzo si celebri, dunque, all'insegna della consapevolezza! La consapevolezza della necessità di riforme e regolamentazioni nonché di un cambio di mentalità e di atteggiamenti culturali radicati (non solo tra gli uomini, ma anche tra le donne) perché, come disse Teresa Mattei nel 2013 poco prima di morire "eravamo convinte che quelle leggi sulla parità sarebbero entrate subito in vigore, ma nemmeno un terzo di quanto è stato sancito dalla Costituzione si è realizzato". Bisogna ispirare un fattivo cambiamento, uscendo dalla retorica delle "belle parole" realizzando un vero cambio di passo culturale e politico sul tema dell’equità tra i generi.

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