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Punture di spillo: diseguaglianze intollerabili

Aggiornamento: 28 ago 2022


a cura diPietro Terna


Recentemente ho ricordato in pubblico quel che diceva uno dei miei maestri, il professor Onorato Castellino: il problema della disuguaglianza nel mondo è uno di quei temi[1]che se si inizia a pensarci, è difficile smettere. Ci ho ripensato di fronte alla notizia che gli studenti di economia di tutto il mondo mettono al primo posto il problema della disuguaglianza: ogni anno il progetto didattico Core Econ[2]invita i docenti che lo utilizzano a chiedere agli studenti, durante la prima lezione, di indicare con una sola parola qual è per loro “il problema più urgente che gli economisti di oggi dovrebbero affrontare”.

La formazione economica del progetto CORE

Le 9500 risposte raccolte dal 2016 al 2021, riportate come nuvola di parole (nella figura), indicano chiaramente che la disuguaglianza è il problema assolutamente prioritario.

Il progetto CORE (Curriculum Open-access Resources in Economics), ma anche “nucleo” dell’economia, promuove una formazione economica innovativa per contribuire “a un mondo più giusto, sostenibile e democratico, in cui i futuri cittadini siano in grado di comprendere e discutere il modo migliore per affrontare i pressanti problemi della società grazie a una nuova economia”. Quindi “cambiamento della formazione economica a livello globale per concentrarsi sui problemi più importanti delle nostre società, come il cambiamento climatico, l'ingiustizia, l'innovazione e il futuro del lavoro”.

A CORE collaborano moltissimi economisti di varie parti del mondo e il materiale offerto è totalmente gratuito. A pagamento, se lo si desidera in forma stampata. La formazione economica è certamente una carenza della società, in Italia come nel mondo. Ottimi liceali e bravissimi laureati possono aver percorso tutto il loro cammino scolastico senza avere studiato una sola pagina di economia. Quindi benissimo CORE e anche la sua modernità metodologica, ma…


Sistemi economici a confronto

Dei sistemi economici si dice[3]che sono: “Un modo di organizzare l'economia a seconda delle istituzioni di base. I sistemi economici del passato e del presente includono: la pianificazione economica centrale (ad esempio, l'Unione Sovietica nel XX secolo), il feudalesimo (ad esempio, gran parte dell'Europa nel primo Medioevo), l'economia schiavista (ad esempio, il Sud degli Stati Uniti e le economie di piantagione dei Caraibi prima dell'abolizione della schiavitù nel XIX secolo) e il capitalismo (la maggior parte delle economie mondiali di oggi)”. Questo è l’elenco di CORE, che però si concentra[4]solo sul capitalismo, sia pure mettendone in luce i pregi e con chiarezza i difetti.

La sintesi di CORE:

· A partire dal XVIII secolo, la crescita del tenore di vita è diventata una caratteristica permanente della vita economica in molti paesi.

· Questo cambiamento è associato all’emergere di un nuovo sistema economico chiamato capitalismo, nel quale la proprietà privata, i mercati e le imprese svolgono un ruolo centrale.

· Con questo nuovo modo di organizzare l’attività economica, lo sviluppo tecnologico e la specializzazione produttiva hanno aumentato la quantità di produzione realizzabile in una giornata di lavoro.

· Alla rivoluzione capitalista si sono accompagnate minacce crescenti per l’ambiente e una crescita senza precedenti delle diseguaglianze economiche globali.

· L’economia, intesa come campo di studi, si occupa di come le persone interagiscono tra loro e con l’ambiente naturale per produrre ciò di cui hanno bisogno per vivere.

Potere e influenze degli oligopolisti commerciali

Premesso che purtroppo pochi dei concittadini che voteranno, o ahimè non voteranno, il 25 settembre saprebbero esporre questa sintesi, perché non dedicare qualche pagina di CORE a pregi e difetti anche della pianificazione economica centrale? Ne ho scritto qui nella Porta di Vetro[5]prendendo spunto da un articolo[6]comparso su Le Monde per rilanciare la riflessione sul tema della pianificazione in economia. Quella dell’Unione Sovietica è fallita per molti motivi, tra cui la carenza di dati. Ora siamo sommersi dai dati e i grandi oligopolisti del commercio, ad esempio Amazon o Walmart o Alibaba o altri big merchantli stanno usando non solo per prevedere la domanda dei consumatori, ma di fatto anche per programmare l’economia secondo i loro progetti produttivi globali, di fatto controllando l’economia e abbastanza da vicino i nostri comportamenti. Nel bene o nel male, quello della pianificazione è un tema economico che non possiamo sottovalutare. Nel bene, la potenziale riduzione degli sprechi e l’introduzione di forme di perequazione nella distribuzione dei redditi; nel male, la concentrazione del potere relativo alle scelte di base: che cosa produrre, come e per chi.

Ritorniamo alle disuguaglianze, drammaticamente presenti in Italia, con un quarto[7]della popolazione a rischio di povertà, secondo l’Eurostat. Certo non è un successo particolarmente brillante per il capitalismo, in particolare quello nostrano!



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