L’anniversario: i cento anni del “sergente nella neve”
di Marco Travaglini|
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Cent’anni fa, il primo novembre del 1921, nasceva ad Asiago, sull’Altipiano dei Sette Comuni, Mario Rigoni Stern, uno dei maggiori narratori del nostro Novecento. Attraverso i suoi libri seppe restituire dignità letteraria alla vita degli umili e dei dimenticati dalla storia, descrivendo le montagne, la natura e le storie di guerra. Al grande scrittore è dedicato oggi e domani il convegno internazionale “Mario Rigoni Stern e il suo Altipiano” ad Asiago. La Porta di Vetro lo celebra con questo articolo di Marco Travaglini
La vita del “sergente nella neve” (dal titolo di uno dei suoi romanzi più letto) fu segnata da eventi drammatici: la giovinezza trascorsa su tre fronti di guerra, la terribile esperienza della ritirata sul Don, la lunga prigionia nei lager tedeschi. Ritornato a casa si dedicò alla scrittura come forma di testimonianza e condivisione. Nascono così libri memorabili come Il sergente nella neve, Il bosco degli urogalli, Storia di Tönle, Le stagioni di Giacomo e tanti altri che lo porteranno alla consacrazione letteraria. Il suo capolavoro maturò nell’inferno di gelo e neve della ritirata di Russia. “Ho ancora nel naso l’odore che faceva il grasso sul fucile mitragliatore arroventato. Ho ancora nelle orecchie e sin dentro il cervello il rumore della neve che crocchiava sotto le scarpe, gli starnuti e i colpi di tosse delle vedette russe, il suono delle erbe secche battute dal vento sulle rive del Don…”. Così inizia “Il sergente nella neve”, diario autobiografico del sergente maggiore dei mitraglieri Mario Rigoni Stern, alpino del battaglione Vestone, divisione alpina Tridentina. Il libro uscì nel 1953, sessantotto anni fa, con il sottotitolo “Ricordi della ritirata in Russia”. Era il sedicesimo volume della collana “I Gettoni” pubblicata da Einaudi e diretta da Elio Vittorini nella storica sede torinese al numero 2 di via Biancamano.