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Un libro per voi: "Giulio Cesare Rattazzi, uomo del nostro tempo"

di Marco Travaglini

“Giulio Cesare Rattazzi. Uomo e politico del nostro tempo” è il libro è frutto di un laborioso lavoro teso a recuperare, dagli archivi e dai ricordi di chi lo ha conosciuto, i tratti più rilevanti della vita di “una personalità che ha saputo interpretare, con grande rigore intellettuale e passione civile, la dimensione etica della politica, servizio al bene comune e alla promozione della dignità e dei diritti delle persone”. Queste parole di Rosy Bindi, già ministra e presidente della Commissione parlamentare Antimafia, riassumono con efficacia la poliedrica figura di Giulio Cesare Rattazzi, intellettuale verbanese di nascita e torinese d’azione, storico preside del prestigioso istituto tecnico Avogadro, proposta ai lettori nel libro curato da Tiziano Pera e recentemente pubblicato dalla casa editrice verbanese Tararà con l’introduzione dell’ex ministra della sanità. Poco più di duecento pagine ricche di testimonianze, foto, ricordi che raccontano a dieci anni dalla scomparsa la parabola politica di un uomo colto, arguto, ironico e dotato di uno stile e di una eleganza che sono sempre più merce rara in questi tempi.


Dalla militanza nella Dc alla Sinistra indipendente

Giulio Cesare Rattazzi, “Gege” per gli amici, era nato a Verbania il 22 agosto del 1936 e per quasi mezzo secolo è stato uno dei protagonisti più vivaci e interessanti, dal punto di vista culturale, della scena non solo locale (fu più volte vicesindaco e assessore nella sua città, oltre che promotore e dirigente di importanti realtà intercomunali), ma anche piemontese e nazionale. Dagli anni ’60 ( dopo la laurea in fisica all’ateneo torinese) dove ricoprì l’incarico di dirigente nazionale dei giovani democristiani fino all’esperienza maturata negli anni '70 con il Movimento Politico dei Lavoratori di Livio Labor, dagli anni della sinistra indipendente e del rapporto dialettico con il Pci fino all’ approdo convinto e entusiasta nell'Ulivo di Romano Prodi e successivamente nel Partito Democratico, Rattazzi visse con la politica un rapporto intenso e appassionato, intendendola come strumento di cambiamento, di miglioramento della vita delle persone. Una politica dove i valori, la tensione, la passione, l' ispirazione hanno saputo intrecciare la battaglia per un futuro migliore con la condivisione del dolore, delle ansie, dei problemi della vita di tutti i giorni.

Nelle testimonianze raccolte da Tiziano Pera emerge il profilo di un uomo che incarnava la sua idea di militanza politica con l’attività di amministratore. A Verbania prima, a Torino poi, Rattazzi fu protagonista in tanti organismi dove lasciò il segno di un impegno fortemente sostenuto da una visione etica della politica. Per molti anni nel Consiglio di Amministrazione del CSI Piemonte in rappresentanza dei Comuni piemontesi mentre negli anni ’70 e ’80 fu Segretario Regionale e membro della Segreteria Nazionale della Lega per le Autonomie Locali, nonché nell’Anci e nel Consiglio dei Comuni d’Europa. A Torino, dove si era trasferito, venne eletto in Consiglio comunale come indipendente nell’Ulivo nel 2006, e poi riconfermato alle amministrative del 2011 nelle liste del Partito Democratico.


L'esperienza in Consiglio comunale a Torino

Nel suo ultimo intervento in Sala Rossa, il 30 aprile 2012 (nel corso del dibattito sul bilancio consuntivo 2011), Rattazzi ( che era stato eletto vicepresidente dell’assemblea comunale) espresse ciò che rappresentava il suo modo di intendere il lavoro e di vedere le cose in modo costruttivo e proiettato nel futuro. Disse: “Credo, che in questo caso converrà magari ancora ricordare quel che diceva il Cardinal Camara a proposito dei sogni. Se si sogna, ma si sogna soli, un sogno rimane tale, ma se si sogna in tanti, insieme e tutti fanno lo stesso sogno, allora questo è già diventato realtà. Ed è una realtà che deve diventare bella, deve farci sognare assieme, per renderla oggetto di un comune impegno e di una comune soddisfazione rispetto al futuro della nostra città”. Si occupò anche di comunicazione e televisione dai tempi della nascita dell’emittente Tele Vco 2000, del circuito “Cinque stelle” (il consorzio costituito da 28 tv locali) e del “Terzo polo” come segretario nazionale dell’Associazionismo tra Tv locali e Vicepresidente di un Circuito televisivo nazionale, pubblicando con la prefazione di Leopoldo Elia il volume ”L’Antenna Negata” sulle anomale vicende dell’assetto televisivo italiano.


Dal 2001 al 2006 ricoprì l’incarico di vicepresidente del Corecom, il Comitato regionale piemontese delle comunicazioni. L’attenzione ai media, all’associazionismo, all’importanza delle relazioni culturali è documentata in ogni pagina di questo ritratto senza mai incorrere nel rischio dell’agiografia. La scuola fu l'altra, grande passione di “Gege” Rattazzi. Dagli esordi all’istituto Cobianchi di Verbania all'Avogadro di Torino, da professore e dirigente scolastico contribuì alla costruzione di una scuola moderna e pronta a tradurre in progetti concreti le aspettative dei giovani. Per più di venticinque anni,dal 1979 al 2006, svolse l’incarico di preside dell’ istituto torinese di corso San Maurizio, una delle scuole più prestigiose e storiche di tutto il paese, introducendo tra i primi in Italia la specializzazione di informatica, il liceo scientifico tecnologico nei corsi diurni, il progetto Sirio nei corsi serali per studenti lavoratori, contribuendo alla nascita degli istituti tecnici di Mirafiori “Primo Levi” e “Enzo Ferrari”.

Rattazzi era molto amato dagli studenti e da dirigente appassionato e lungimirante, seppe dare alla scuola un ruolo nell'evoluzione sociale ed economica del paese con lo scopo di farne un luogo di preparazione civile alle responsabilità della democrazia. Il suo legame con l’Avogadro fu talmente stretto e importante che nel maggio del 2013 l’Aula magna dell’istituto è stata intitolata alla sua memoria. Nel racconto della sua vita che compone l’ossatura di “Giulio Cesare Rattazzi. Uomo e politico del nostro tempo” sono moltissimi gli episodi, gli spunti di riflessione, le intuizioni che costituiscono una ricca eredità da raccogliere, testimoniando la modernità e l’attualità del lascito culturale di quest’uomo “brillante e operoso”.

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