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PUNTURE DI SPILLO. Le chiacchiere, ma senza distintivo, di ChatGPT...

a cura di Pietro Terna

 

Il 6 febbraio, presso CSI Next,[1] un pubblico composto da serissime signore e serissimi signori, si è messo a giocare. Un gioco che poco più d’un anno fa non sarebbe stato possibile: operare con ChatGPT. Chi è costui? Per rispondere c’è solo l’imbarazzo della scelta: propongo un mio pezzullo[2] recente in cui chiedo a quel sistema, a quella intelligenza artificiale, di parlare di sé e spiegare come funziona.

Come croupier del gioco ho chiesto di propormi degli argomenti di conversazioni da condurre sul momento, in diretta, con il Chiacchierone (to chat significa dialogare, conversare…). L’andamento del gioco, ops, delle conversazioni, è integralmente riportato online.[3]

La prima proposta è stata di chiedere se l’IA potenzierà le attività dei lavoratori oppure li sostituirà; nel chiederlo ho suggerito a ChatGPT di comportarsi come un economista del lavoro. La risposta, piuttosto articolata ed è conclusa dall’affermazione riassuntiva: «In conclusione, dal punto di vista sociologico, l'impatto dell'IA sul lavoro è profondamente intrecciato con questioni di equità, identità, potere e benessere. Mentre l'IA offre opportunità per migliorare la qualità del lavoro e l'efficienza, presenta anche rischi significativi di disuguaglianza, disoccupazione e erosione dell'autonomia lavorativa. Affrontare queste sfide richiederà un approccio olistico che consideri non solo gli aspetti tecnici e economici, ma anche le implicazioni sociali, etiche e politiche dell'IA nel lavoro. Sarà fondamentale promuovere politiche inclusive che garantiscano l'accesso equo alla formazione e alle opportunità, proteggano i lavoratori dalla disoccupazione e dalla precarietà, e preservino la dignità e l'autonomia nel lavoro nell'era dell’IA». Direi niente male per una macchina che non fa altro che creare sequenze di parole ricercando la più probabile a valle di quelle già scelte in una data sequenza.


E se suggerissimo al sistema di comportarsi come un sociologo del lavoro? Detto fatto, ecco come inizia la risposta, per il seguito vedere online all’indirizzo della nota 3: «Dal punto di vista sociologico, l'introduzione e l'espansione dell'intelligenza artificiale (IA) nel mondo del lavoro sollevano questioni profonde riguardanti non solo la struttura del mercato del lavoro, ma anche l'identità dei lavoratori, le dinamiche di potere tra datore di lavoro e lavoratore, e le disuguaglianze sociali». Un significativo cambiamento di prospettiva, perché ora la domanda proposta a ChatGPT contiene all’inizio il riferimento alla sociologia.

Un partecipante all’incontro ha chiesto di far preparare alla macchina un viaggio di sette giorni in California, partendo dall’Italia. Non mi sembrava facile ottenere una buona risposta, si trattava di una richiesta che comporta decisioni, ma ho provato. Tappe proposte: San Francisco, poi Los Angeles via Highway del Pacifico (la Route 1) con Hollywood e Beverly Hills, infine San Diego e poi ritorno. Dal pubblico è arrivata l’osservazione che quello è il giro che fanno tutti!

OK, allora ho aggiunto “prego riformulare con più fantasia” ed ecco lo stesso giro, ma ricco di dettagli accattivanti e descrizioni suadenti. Ad esempio: «L'ultimo giorno sorge come un ricordo dolce-amaro, con il sole che saluta promettendo un ritorno. Prima del viaggio di ritorno, c'è tempo per un ultimo abbraccio con la spiaggia, dove le onde sussurrano "arrivederci" e non "addio". La California ora è parte di te, un sogno vivente che continua a battere nel profondo del tuo cuore, promettendo avventure future».

A questo punto una sfida dal pubblico: chiedere a ChatGPT di indicare la matematica che sta alla base della rete neurale che determina il suo funzionamento. Ho semplificato con “spiegami come funziona una LLM”. Con LLM, Large Language Model, si indica il tipo di costruzioni che stanno alla base di questi modelli di IA detti generativi. La risposta è stata breve, ma articolata, da approfondire con altre domande, ma intanto la conclusione è di qualità: «In sintesi, una LLM funziona addestrando un modello di rete neurale su un vasto corpus di testo per imparare le relazioni e le strutture linguistiche, permettendo poi di generare o manipolare il linguaggio in modi che sembrano naturali e coerenti agli umani».


Infine una mia domanda dispettosa: “spiegami perché i gatti abbaiano”. Ecco la reazione: «I gatti non abbaiano come i cani; sono due specie diverse con modi di comunicare distinti. I gatti emettono una varietà di suoni, come miagolii, soffi, ringhi e fusa, ma l'abbaiare non è uno di questi. Se sembra che un gatto stia "abbaiando", potrebbe essere un caso di percezione errata o un suono insolito che il gatto sta facendo per un motivo specifico, ma non è un abbaio nel senso tradizionale come lo farebbe un cane». Un po’ saccente, il Chiacchierone, ma è… il suo mestiere.

Dopo queste prove, forse ci si può convincere che non si tratta che di una sapiente concatenazione di parole. Niente di cui spaventarsi o da temere. Oppure sì? E se il cervello, quello vero, operasse un po’ così, con buona pace di tutti i pensatori che hanno immaginato strutture logiche e linguistiche tanto complesse quanto improbabili?


Ad attenuare l’arroganza dell’ultima frase arriva il nostro piccolo baccelliere di musica. L’AI è un generatore di soluzioni. I grandi artisti sono generatori di dubbi. Ai lettori proponiamo di ascoltare[4] Derek Bailey. Difficile. ma affascinante, Bailey è stato un pioniere dell’improvvisazione radicale. L’aspirazione all’inaudito lo ha portato ad espandere i confini della musica sino al rumore e alla cacofonia. Nel suo approccio non c’è nulla di consolatorio. Bailey è un musicista coerente, che non fa sconti all’ascoltatore e non ne cerca il consenso. Il concetto di ugly beauty, caro a Thelonious Monk, nella sua musica è portato alle estreme conseguenze. Bailey è stato anche un importante studioso. Nel 1980 ha pubblicato Improvvisazione, sua natura e pratica in musica, ancora oggi considerato uno dei testi fondamentali sull’improvvisazione, vista attraverso le lenti del jazz come del barocco, del flamenco, del rock, della musica contemporanea. Chissà se ChatGpt lo conosce?[5]


Note


[3] Le conversazioni sono riportate integralmente a https://terna.to.it/prove20240206/ All’iniziano si trova un indirizzo interno di ChatGPT; se si è iscritti si può verificarne l’autenticità, controllando il testo a quell’indirizzo.

[5] Lo conosce molto bene, la risposta a https://terna.to.it/trattato.pdf 

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