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Punture di spillo: l’idea di pace negli scambi commerciali di Russia e Ucraina

a cura di Pietro Terna|


I siti web1 dell’Atlas of economic complexity oppure2 dell’Observatory of economic complexity sono strumenti utilissimi per esplorare le economie del mondo. Entrambi consentono di analizzare le importazioni e le esportazioni dei paesi del mondo, anche approfondendo i prodotti e le aree di destinazione.

La costruzione di questi strumenti di analisi ha avuto inizio con un importante libro3 del 2009 in cui Ricardo Hausmann e César A. Hidalgo, collegato all’Observatory. Partendo da una impostazione teorica proposta da Hidalgo, i due studiosi hanno introdotto un metodo per studiare la complessità dei sistemi economici collegata4 alla loro articolazione produttiva. Ne emergono quattro casi tipo: paesi senza diversificazione e prodotti soltanto standardizzati; senza diversificazione, ma con prodotti esclusivi; con diversificazione ma solo con prodotti standard; con diversificazione e con prodotti esclusivi. L’Italia si colloca nel quarto gruppo, con una elevata diversificazione e una media presenza di prodotti esclusivi. Una posizione che rappresenta la spiegazione principale della nostra capacità di superare tante difficoltà. Anche Russa e Ucraina si collocano nello stesso gruppo, ma la Russia al limite inferiore della diversificazione, pur compensata dalla presenza di prodotti esclusivi; l’Ucraina con discreta diversificazione, ma con minore disponibilità di prodotti esclusivi. Approfondiamo la conoscenza dei due paesi tramite l’Atlas5 che è diretto da Hausmann ed è di libera utilizzazione; nessuno dei due iniziatori compare invece ora nell’Observatory. Hidalgo in effetti ora si occupa di altre tematiche. Esaminiamo nel dettaglio le esportazioni del 2019 per Russia e Ucraina. Già a colpo d’occhio le due figure6 che accompagnano questo articolo compaiono come fortemente differenziate. Per la Russia, il nucleo determinante del flusso di esportazione è costituito da petrolio, gas e carbone; tra l’altro, incorporando in quei prodotti una quantità limitata di valore aggiunto derivante da lavorazioni all’interno del paese: prevale infatti l’esportazione grezza.

Tutta la parte colorata in rosa salmone è relativa ai metalli; quella in giallo riguarda cereali e affini; c’è una componente chimica, viola; spicca l’export di oro, in più forme. In tutto il periodo7 in cui il petrolio registrava un prezzo mondiale contenuto (1985-1998), l’oro rappresentava il cuore dell’export sovietico, determinando una caduta per tutto il periodo del prezzo8 del metallo giallo. Si trattava di vendite strategiche per salvare l’equilibro del commercio internazionale dell’Unione Sovietica. Per l’Ucraina, il blocco centrale, che è determinante per l’equilibrio nazionale, ma anche mondiale, delle produzioni, sta nell’export del grano, del mais e degli altri prodotti agricoli di base. Accanto a quel blocco, vediamo il ruolo importate dei metalli e della siderurgia, denotando la complessità e l’articolazione di quella economia.

Dunque due mondi assai diversi, ma con legami internazionali di fatto coordinati, come si può notare osservando le mappe9 geografiche delle loro esportazioni. Per la Russia: Cina, India, Kazakistan, Turchia, Germania, Italia, Stati Uniti, Brasile… Per l’Ucraina: Russia, Cina, India, Stati Uniti… La follia della guerra tra i due paesi è evidente anche solo osservando i tipi beni esportati e le loro destinazioni. Mentre consideriamo le mappe, diamo anche un’occhiata alle esportazioni e alle importazioni della Germania10 verso le diverse aree del mondo. L’accusa che è ora rivolta ad Angela Merkel, dell’aver svenduto la Germania alla Russia e Cina, è quanto meno esagerata. Certo quelle destinazioni economiche sono molto rilevanti per Berlino, ma corrispondono anche all’azione di imprenditori europei, in questo caso tedeschi, che per fortuna esplorano il mondo e costruiscono legami tra culture e società, creando legami che rappresentano forse la via più importante per ritentare la costruzione della pace. _______

1https://atlas.cid.harvard.edu 2 https://oec.world/en/home-a 3Il libro può essere scaricato gratuitamente da https://growthlab.cid.harvard.edu/files/growthlab/files/harvardmit_atlasofeconomiccomplexity.pdf 4C. Hidalgo and R. Hausmann. The building blocks of economic complexity. Proceedings of the National Academy of Sciences, 106(26):10570, 2009. https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.0900943106 5La differenza tra i due strumenti è relativa ai metodi di correzione dei dati e alle licenze di uso, con l’Atlas completamente free per uso non commerciale, come si legge a https://en.wikipedia.org/wiki/The_Atlas_of_Economic_Complexity#The_Observatory_of_Economic_Complexity_(tool) 6 I riferimenti online sono https://atlas.cid.harvard.edu/countries/186/export-basket e https://atlas.cid.harvard.edu/countries/228/export-basket 7 Molto interessante la vista storica a https://www.macrotrends.net/1369/crude-oil-price-history-chart 8https://www.macrotrends.net/1333/historical-gold-prices-100-year-chart 9La Russia esporta verso https://atlas.cid.harvard.edu/explore/geo?year=2019&country=186&productClass=HS&product=undefined&target=Product&partner=undefined&startYear=undefinedL’Ucraina esporta verso https://atlas.cid.harvard.edu/explore/geo?year=2019&country=228&productClass=HS&product=undefined&target=Product&partner=undefined&startYear=undefined 10Esportazioni della Germania verso https://atlas.cid.harvard.edu/explore/geo?year=2019&country=61&productClass=HS&product=undefined&target=Product&partner=undefined&startYear=undefined Importazioni della Germania da https://atlas.cid.harvard.edu/explore/geo?year=2019&country=61&tradeDirection=import&productClass=HS&product=undefined&target=Product&partner=undefined&startYear=undefined

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