top of page

L’attacco alla Chiesa dei poveri è terrorismo contro il magistero di Francesco

di Luca Rolandi|

Se c’è un Chiesa credibile che vive il Vangelo alla lettera, donando le proprie vite per gli altri e dunque per Dio è quella missionaria. E nella missione i pericoli che il martirio sia un prezzo da pagare, da sempre fa parte della scelta. Ancora una volta i fondamentalisti, i ladri e bande di disperati magari manovrati dietro le quinte, si accaniscono contro le forze buone e inermi della missione. Padre Christian Carlassare, missionario italiano e vescovo eletto della diocesi di Rumbek, in Sud Sudan, è stato ferito da due uomini armati. Il padre è stato picchiato, insieme alla suora che era con lui, poi gli hanno sparato quattro proiettili alle gambe. L’attentato era pianificato per spaventarlo in modo che non venga consacrato “vescovo”. Proprio nei prossimi giorni, infatti, è prevista la consacrazione del missionario comboniano a vescovo (il più giovane tra gli italiani con i suoi 43 anni) della diocesi di Rumbek che dalla morta di mons. Cesare Mazzolari nel 2011 era rimasta sede vacante. La madre di monsignor Carlassare ieri, avvertita dell’attentato subito dal figlio, ha detto una frase che andrebbe scolpita nei nostri cuori, senza retorica: “Non posso neanche chiedergli di tornare perché quella gente ha bisogno del mio Christian molto più di me”. Tragica invece, due giorni fa, la sorte per una missionaria laica italiana, Nadia De Munari, 50 anni, originaria di Schio (Vicenza). È stata uccisa in Perù a colpi di ascia, forse durante un tentativo di rapina. La donna sarebbe stata aggredita mentre dormiva. Portata in ospedale, è stata sottoposta ad un intervenuto chirurgico d’urgenza, risultato purtroppo inutile. In Perù con l’Operazione Mato Grosso, la missionaria era responsabile nel centro ‘Mamma mia’ di Nuevo Chimbote, realizzato da padre Ugo De Censi. Nadia e padre Christian. Quelli che il bergogliano “siamo tutti sulla stessa barca” l’avevano già capito più di vent’anni fa per farne il centro della propria vita, ben sapendo che questo poteva voler dire anche pagarlo a caro prezzo. Nadia De Munari – in Perù con l’Operazione Mato Grosso – aveva detto sì all’ennesima intuizione di padre Ugo De Censi, l’inventore di questo grande ponte di solidarietà con la gente poverissima della Cordigliera delle Ande. Perché se – come accade un po’ dappertutto oggi nel mondo – tante famiglie dalle montagne scendono a Chimbote in cerca di fortuna, anche lì bisognava stare con loro.

1 visualizzazione0 commenti
bottom of page