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Il vuoto lasciato da Umberto Eco. I novant’anni dalla sua nascita

di Maurizio Jacopo Lami|

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“Mi hanno detto che stanno traducendo Il nome della rosa in islandese. Ecco, se penso a quando l’ho scritto e credevo che sarebbe stata una lettura per quei pochi eroi in Italia che si appassionano alla Storia, pensare che ora viene tradotto in una lingua e in un contesto così diverso dall’Italia mi fa meditare sui risvolti imprevedibili della vita”.

Così Umberto Eco, il grande scrittore morto il 19 febbraio del 2016, semiologo e filosofo, ma soprattutto professione universitario, felice di condividere il sapere con i suoi studenti. Parole da cui emergeva una dote rara in chi si ritrova circondato da un inatteso quanto travolgente successo: la passione di approfondire quanto ti accade attorno. Ancora oggi, nel Novantesimo anniversario della sua nascita (5 gennaio 1932, Alessandria) lo si ricorda per i suoi molteplici successi letterari, per le tirature maiuscole dei suoi libri, la trasposizione cinematografica de Il nome della rosa, con un insuperabile Sean Connery nel ruolo di padre Guglielmo da Baskerville.

#MaurizioJacopoLami #UmbertoEco

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