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50 anni di Regionalismo: il secondo Statuto della Regione Piemonte

di Marco Travaglini|

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Nel 1970, le Regioni divennero una realtà. L’Italia dava così concretezza all’art. 114 della Costituzione che recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”. La Porta di Vetro continua la sua galleria di immagini, personaggi e avvenimenti curata da Marco Travaglini, ex consigliere regionale. Siamo al passaggio della stesura del secondo Statuto del Piemonte. Settima puntata

Trent’anni dopo la stesura e l’adozione dello Statuto il tema dell’adeguamento della “Carta fondamentale” della Regione venne introdotto come tema programmatico della settima legislatura. L’esigenza era avvertita come uno dei passaggi più importanti sui quali impegnare il dibattito e il confronto tant’è che del nuovo Statuto si parlò nuovamente in occasione della celebrazione dei primi tre decenni di vita della Regione Piemonte. Il luogo scelto per ricordare l’atto di nascita dello Statuto del 1970 fu il Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale. All’evento in quella sala bella e importante partecipano 14 dei 50 consiglieri che componevano il primo parlamentino piemontese. La Giunta guidata da Enzo Ghigo e il Consiglio regionale a quel tempo presieduto da Roberto Cota si presero l’impegno di riformare lo Statuto poiché molte cose erano ovviamente cambiate nel tempo. I poteri delle Regioni erano aumentati con la riforma del Titolo V della Costituzione e il federalismo sembrava ormai essere, a giudizio dei più, il processo istituzionale più idoneo per sburocratizzare e rendere efficienti lo Stato e le sue articolazioni istituzionali. Il 10 novembre del Duemila a Palazzo Lascaris venne celebrato il trentennale dello Statuto della Regione Piemonte. L’allora presidente dell’Associazione ex consiglieri regionali, Sante Bajardi, aprì la manifestazione insieme ai presidenti Cota e Ghigo e si alternarono al microfono per gli interventi principali Edoardo Calleri di Sala, il primo presidente della Regione, Paolo Vittorelli e Dino Sanlorenzo, rispettivamente presidente e vice del Consiglio di allora. Da quel momento si avviò il processo di revisione del testo statutario. Il 27 luglio 2001 il Consiglio regionale istituì la speciale Commissione per la revisione dello Statuto che si insediò il 13 novembre 2001, eleggendo come presidente Ennio Galasso (AN) e come vicepresidente Giovanni Caracciolo (SDI). La Commissione era composta da 4 componenti di diritto (i presidenti di Consiglio e Giunta ed i due vicepresidenti del Consiglio regionale), 15 membri di maggioranza e 11 di opposizione. Un lavoro laborioso che durò oltre due anni con novantanove sedute. Il 5 marzo 2004 la proposta di testo del nuovo Statuto venne licenziata a larga maggioranza. La carta fondamentale della Regione venne approvata dal Consiglio regionale in prima lettura cinque mesi più tardi dopo un lungo confronto in aula – 11 sedute, dal 30 luglio al 6 agosto – che consentì un lavoro di rifinitura e di perfezionamento dell’articolato. Venne inserito un Preambolo politico per definire i principi ispiratori e si decise – contrariamente a quanto accaduto in altre Regioni – di non aumentare il numero dei consiglieri regionali. Il testo – composto dal Preambolo, da 102 articoli e da 2 norme transitorie – venne approvato, con 41 sì e 5 no. Passato il termine minimo di 60 giorni (ex art.123 della Costituzione), martedì 16 novembre iniziò la seconda e definitiva lettura della Carta fondamentale del Piemonte, protrattasi per sei sedute del Consiglio regionale.

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