50 anni di Regionalismo: Bruno Ferraris, l’astigiano che riformò l’agricoltura piemontese
di Marco Travaglini|
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Nel 1970, le Regioni divennero una realtà. L’Italia dava così concretezza all’art. 114 della Costituzione che recita: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i principi fissati dalla Costituzione”. La Porta di Vetro continua la sua galleria di immagini, personaggi e avvenimenti curata da Marco Travaglini, ex consigliere regionale. L’articolo ricostruisce la biografia di Bruno Ferraris, assessore regionale a cavallo tra gli anni Settanta ed Ottanta, unanimemente riconosciuto come l’uomo che ha legato il proprio nome alle prime politiche agricole regionali del Piemonte. Ottava puntata
Di origini contadine, nato ad Agliano d’Asti l’8 giugno del 1927, Bruno Ferraris partecipò alle ultime fasi della Resistenza nell’astigiano sfuggendo per un soffio ai rastrellamenti del dicembre del 1944. Dopo la liberazione aderì al Partito Comunista Italiano occupandosi fin da subito delle organizzazioni contadine. Negli anni ’50 fu tra i fondatori dell’Associazione Contadini Astigiani, poi confluita nella Confederazione italiana agricoltori. Come segretario dell’Aca si distinse nelle lotte per l’emancipazione economica e sociale del mondo agricolo che si svilupparono nelle campagne, a partire da quelle per l’abolizione del dazio sul vino e per il fondo di solidarietà. Consigliere regionale dalla prima legislatura nel ‘70, assessore all’agricoltura per un decennio fino al 1985, diede un autorevole e determinante impulso ai nascenti piani agricoli nazionali e comunitari e a quella legislazione e attività di promozione che fu determinante nel processo di sviluppo e valorizzazione delle produzioni agricole piemontesi, in particolare nel settore vitivinicolo con la creazione della Doc e Docg in anni segnati dallo scandalo delle sofisticazioni. Una interpretazione del valore economico dell’agricoltura e un impegno che ne segnalarono la capacità di promuovere idee lungimiranti e anticipatrici di ciò che sarebbe diventato il settore agricolo piemontese. Chi lo conobbe ha un preciso ricordo di un uomo di virtù antiche, generosità d’animo e grande competenza. Le elezioni regionali del 1975, con l’avanzata generale delle sinistre e segnatamente del PCI, si configurarono come una vera e propria svolta sul piano dei governi locali e regionali anche in Piemonte. Come in altre parti d’Italia il parlamentino subalpino tenne a battesimo una giunta di sinistra (PCI, PSI, PSDI), presieduta dal socialista Aldo Viglione. A ricoprire l’incarico di assessore all’agricoltura venne indicato Bruno Ferraris.
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