Un ricordo di Mario Carletto, più volte assessore regionale e sindaco di Volpiano
- Emanuele Davide Ruffino
- 20 mar
- Tempo di lettura: 2 min
di Emanuele Davide Ruffino

Bisogna avere grandi riferimenti per costruire il futuro, ma poi bisogna avere donne e uomini capaci di dare attuazione concreta agli ideali e saperli interpretare nel rapporto con le persone. Tra questi, il Piemonte ha potuto annoverare Mario Carletto, che recentemente ci ha lasciato a 83 anni dopo una lunga e dolorosa malattia. Uomo pratico e schietto, ma di grande sensibilità, Carletto ha ricoperto ruoli importanti nella politica del comune di Volpiano, di cui è stato sindaco per più mandati a cavallo degli anni Settanta e Ottanta, e in Regione, eletto nel 1980, nel 1985 e nel 1990 nelle file della Democrazia Cristiana (corrente di Silvio Lega), nominato assessore al Personale e assistenza nella quarta legislatura fino al 30 settembre 1988 (prima e seconda Giunta Beltrami) e nella quinta legislatura assessore all'Urbanistica fino al 24 marzo 1994 (prima Giunta Brizio). Nel giugno del 1995, in un'inchiesta di Mani Pulite in salsa torinese condotta dal sostituto procuratore Vittorio Corsi, era stato coinvolto su presunte accuse di tangenti, ma ne era uscito a testa alta dopo pochi giorni al termine di un sereno confronto con chi ne aveva causato con le sue dichiarazioni il coinvolgimento.
Imprenditore e politico, Mario Carletto si è dedicato con impegno encomiabile per la sua terra. E non è retorica sottolinearne la dedizione al lavoro: qualità che il sindaco di Volpiano, Giovanni Panichelli, ha voluto sintetizzare con una frase, idealmente a nome del territorio: “Il suo impegno ha lasciato un segno indelebile in tutta la comunità, contribuendo allo sviluppo e alla crescita del territorio, perché Mario Carletto ha rappresentato un pezzo importante della storia amministrativa del nostro paese".

Qualità che insieme con l'attenzione che riservava a chi era stato meno fortunato nella e il rispetto per gli avversari politici, sono diventate sempre più merce rara, se non introvabile. Alla stessa stregua, non si stancava mai di ripetere, anche nel contesto famigliare, come ha ricordato con commozione il suo nipotino, che la lotta politica richiede determinazione sui temi da affrontare, ma ciò non esclude sempre il rispetto verso chi esprime opinioni diverse dalle proprie.
Al contrario, verità che constatiamo oramai quotidianamente, di quello che sta accadendo anche nell'Occidente libero e democratico, dove domina (e conviene) la povertà culturale che trascina dietro di sé l'esasperazione dei dogmi unita al fanatismo. Prigionieri di questa condizione paraideologica diventa così avere il coraggio per mettere in discussione anche le proprie posizioni nel confronto dialettico e democratica ed è ciò che spaventa i pasdaran o gli integralisti delle rispettive posizioni.
コメント