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STEEME COMUNICATION snc

Un libro per voi: “Cercando Gino”, una storia partigiana


Oggi alle 17, presso lea Sala riunioni del Polo del 900 in via del Carmine 14 a Torino, verrà presentato il libro “Cercando Gino”, in ricordo di Gennaro Brunero, una storia partigiana tra Corso e Ciriè, l’Editrice Tipografia Baima-Ronchetti & C.) Insieme agli autori, saranno presenti i figli di Brunero e Marco Fassio, partigiano in valle di Lanzo all’epoca dei fatti.

Maria Luisa Giacometti, Sergio Bardino, Vilma Demitri, tre iscritti all’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani italiani, tutti tre delle valli di Lanzo e non più in verde età, hanno scritto un libro della Resistenza di ieri per la Resistenza di oggi, attraverso il sacrificio di Gennarino Brunero, un combattente per la libertà, cui è dedicata la sezione Anpi di Ciriè. Chi era Gennarino Brunero? Nato il 22 marzo 1911, morì sempre a Ciriè il 7 marzo 1945. Dall’epigrafe ufficiale dell’Anpi si risale alla figura del “Comandante di un distaccamento della II Divisione Garibaldi, fu per due volte ferito in combattimento contro i nazifascisti. Ciò non gli impedì di riprendere la lotta, con l’incarico di commissario di battaglione. Nel marzo del 1945, alla testa di alcuni suoi uomini, Brunero riuscì ad introdursi in uno stabilimento militare di Ciriè fortemente presidiato. Obiettivo dell’azione era il sabotaggio del materiale di artiglieria che vi era custodito. Sorpreso dal nemico, il valoroso commissario fu stroncato da una raffica di mitraglia”. In realtà, Brunero fu denunciato da una spia e cadde in una imboscata. Gravemente ferito, morì dissanguato in ospedale, sotto lo sguardo cinico dei fascisti che impedirono ai medici di intervenire e curarlo. Nella vita di tutti i giorni, Brunero era un operaio di sentimenti antifascisti, che aveva servito nel Regio Esercito con il grado di sergente maggiore degli alpini; ma per i suoi concittadini era soprattutto appassionato di montagna e istruttore CAI (una passione che ci riporta al ricordo di Guido Rossa, militante della Cgil, assassinato dalle Br a Genova il 22 gennaio 1979). Quando venne ucciso, lasciò una moglie e tre figli piccoli, l’ultimo non aveva ancora due anni. Dunque una storia epica quanto semplice come lo è la maggior parte delle storie della Resistenza. Una vicenda ispirata anche da Marco Fassio, un uomo che oggi ha 94 anni, ma che ne aveva appena 17, quando imbracciò un mitra per combattere i nazifascisti nella formazione partigiana comandata da Brunero, “il suo comandante”, fil rouge della sua memoria che incrocia, inevitabilmente, altre testimonianze. Del resto, come raccontano gli autori, nella quarta di copertina, “quando si intraprende una ricerca storica non si sa dove si andrà a finire e cosa si scoprirà, soprattutto non può mai dirsi conclusa”.

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