Punture di spillo: Digitali sì, ma monete
a cura di Pietro Terna|
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L’Economist, nella rubrica “The world this week – Politics” del 5 febbraio1 scrive che: “Il ministro delle finanze nel suo discorso sul bilancio ha detto che la Banca centrale dell’India lancerà una valuta digitale. Ha anche annunciato una tassa [30%, ndr] sui guadagni dal commercio di criptovalute e altre attività cripto come i token non fungibili. Gli annunci sono interpretati come la legalizzazione, nei fatti, delle criptovalute in un paese che era stato prossimo alla loro messa al bando”.
Mettiamo ordine nei termini usati. Prima di tutto “digitale” che arriva da “digital” e che nessuno traduce con “numerico” anche se nella maggior parte dei casi vuol dire proprio quello. Qui: moneta basata su codici numerici. I francesi, molto precisi nell’uso della lingua, hanno “numérique” come prima traduzione di digital. In inglese ‘digit’ sta per dito, ma indica anche ogni singola cifra in un numero. Una moneta crittografica corrisponde a un codice numerico unico conservabile in forma elettronica dal proprietario. Può essere costruita da un gruppo di informatici più o meno anarchici oppure speculatori o semplicemente ingenui, ma anche da un ente che le dia ufficialità, come una banca centrale. Una e-rupia avrà il valore di una rupia ordinaria (‘e’ sta per elettronica, in quanto il codice numerico circola ed è conservato in modo elettronico, nei dischi e nei circuiti dei computer). La stabilità del rapporto di valore con la monera di ordinaria è la differenza gigantesca rispetto al bitcoin e ai suoi simili, il cui “prezzo” in dollari o in euro cambia continuamente, generando gigantesche speculazioni che di fatto escludono quegli strani oggetti (commodities, merci, per le banche centrali) dall’uso come strumento per i pagamenti. Secondo elemento: la “Banca centrale dell’India” che sembra operare molto più speditamente di BCE e Fed, anche se per aver agito troppo bruscamente è incappata in seri problemi2 pochi anni fa. Terzo termine: criptovalute. Ne ho scritto molte volte nella Porta di Vetro3: rapidamente, si tratta di codici elettronici nati da progetti di creazione di nuove monete; in realtà, pseudo monete, perché prive di ogni garanzia pubblica. In particolare, la catena dei computer che in giro per il mondo, ma soprattutto negli Stati Uniti, fanno funzionare il bitcoin, potrebbe non risultare più conveniente per i suoi gestori e sparire, trascinando con sé il bitcoin. La vera garanzia di una moneta a corso legale qual è l’euro sta nella Banca centrale che la gestisce e negli Stati che la accettano illimitatamente per il pagamento delle imposte e delle tasse. Ancora: token non fungibili4, spesso siglati NFT: anche questi sono codici informatici associati, ad esempio, a nuove forme di arte, in cui l’unicità dell’opera dipende da quel codice che, nel caso specifico, non è fungibile. Al contrario, un bitcoin vale l’altro. I token si appoggiano a catene di calcolo (blockchain) simili a, o coincidenti con, quelle delle criptovalute, aprendo un campo nuovo per il diritto d’autore. Arriveranno l’e-dollaro e l’e-euro? Certamente sì, ma con “molta calma”. Per i cittadini, disporre di monete puramente elettroniche, conservate in depositi virtuali sicuri, sarà in prospettiva molto utile e comodo. Si pensi al recente periodo con tassi di interesse di fatto negativi per chi ha depositato la propria liquidità in banca, tanto da indurre i tesorieri delle maggiori istituzioni a sottoscrivere titoli del debito pubblico con restituzione inferiore al prestito, non essendo possibile fuggire dai conti correnti mettendo i biglietti da 100 euro … in un grande materasso (quelli da 500 non sono più prodotti da tempo e in effetti trovavano nelle cassette di sicurezza il sostituto del … materasso). Molto chiara la posizione5 della BCE: “In questa nuova epoca un euro digitale garantirebbe ai cittadini dell’area dell’euro che possano continuare ad avere accesso gratuito a un mezzo di pagamento semplice, universalmente accettato, sicuro e affidabile. L’euro digitale sarebbe come le banconote, ma in forma digitale: una moneta elettronica emessa dall’Eurosistema (la BCE e le banche centrali nazionali) accessibile a tutti, cittadini e imprese”.
1https://www.economist.com/the-world-this-week/2022/02/03/politicsIndia’s central bank will launch a digital currency, the finance minister said in her budget speech. She also announced a tax on gains from trading cryptocurrency and other crypto assets such as non-fungible tokens. The announcements are seen as the legalisation, in effect, of crypto assets in a country that had toyed with banning them. 2https://www.repubblica.it/economia/2016/11/09/news/india_nel_caos_per_l_ordinanza_shock_deciso_il_cambio_delle_banconote_da_500_e_1000_rupie-151657919/ 3Ad esempio a https://www.laportadivetro.org/punture-di-spillo-un-sovversivo-di-nome-bitcoin-in-kazakistan/ 4 https://it.wikipedia.org/wiki/Non-fungible_token 5https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/html/index.it.html 6Per una analisi assai approfondita segnalo: https://www.federalreserve.gov/econres/ifdp/stablecoins-growth-potential-and-impact-on-banking.htm