Pagine di storia. Ottobre 1938: le Brigate internazionali lasciano il fronte di guerra spagnolo
di Marco Travaglini
Era il 31 ottobre del 1938, ottantacinque anni fa, quando il "generalissimo" Francisco Franco cominciĆ² ad assaporare il profumo della vittoria nella guerra civile di Spagna che aveva provocato con l'Alzamiento, il colpo di stato militare con cui si proponeva, insieme con altri generali infedeli, di rovesciare la Seconda repubblica spagnola.
Nei giorni precedenti, due avvenimenti avevano rafforzato la sua convinzione: il 30 ottobre, le sue truppe, rafforzate dai "volontari" italiani in camicia nera e sostenute dall'aviazione nazista di Hitler e fascista di Mussolini, avevano costretto l'esercito repubblicano a riattraversare il fiume Ebro: una ritirata che prefigurava il cedimento del fronte della Catalogna, che si sarebbe realizzato a fine gennaio del 1939, con la caduta di Barcellona; proprio dalla capitale catalana, due giorni prima, il 28 ottobre, si era concretizzata la smobilitazione della Brigate internazionale che il capo del governo, il socialista Juan Negrin Lopez, aveva annunciato il 21 settembre del 1938 alle Nazioni Unite, confidando in un analogo ritiro dei contingenti italiano e tedesco.
Un tentativo estremo di salvare la Repubblica spagnola che i due Paesi democratici leader in Europa, Francia e Gran Bretagna non seppero cogliere, asservendosi al nazifascismo il 28 settembre nella Conferenza di Monaco che diede il via libera alle mire espansionistiche di Hitler. Con Marco Travaglini risentiamo gli echi di quegli ultimi giorni di ottobre del 1938 in Spagna.
Barcellona, la partenza del 28 ottobre 1938
Despedida in spagnolo significa partenza, addio. Ma ĆØ anche la parola con la quale si ricorda lāomaggio tributato dai catalani di Barcellona ai volontari stranieri delle brigate Internazionali che lasciavano la Spagna in seguito alla scelta unilaterale del governo repubblicano presieduto da Negrin (nella foto) di smobilitare le loro formazioni per indurre la SocietĆ delle Nazioni a pretendere il ritiro dei āvolontariā italiani, tedeschi e portoghesi che combattevano nella fila dei nazionalisti di Francisco Franco.
La partenza avvenne il venerdƬ 28 ottobre 1938. I combattenti delle Brigate Internazionali sfilarono per unāultima volta sulla Diagonale di Barcellona davanti a duecentomila persone e alle massime autoritĆ repubblicane. Dolores Ibarruri, la Pasionaria (nella foto in basso), li salutĆ² con queste parole: āCompagni delle Brigate Internazionali! Potete partire a testa alta. Voi siete la storia. Voi siete la leggenda, siete lāesempio eroico della solidarietĆ e dellāuniversalitĆ della democrazia!ā.
Lāaffetto della popolazione si manifestĆ² in mille modi: applausi, lacrime, grida dāincitamento, lanci di fiori al passaggio dei combattenti stranieri provenienti da cinquantadue paesi dei cinque continenti. Gli altoparlanti annunciarono alla cittĆ lāinizio della sfilata con poco anticipo. La situazione consigliava la massima prudenza poichĆ© le truppe fasciste e franchiste erano a ridosso della frontiera dellāEbro e la loro aviazione bombardava con frequenza i quartieri di Barcellona e le localitĆ catalane. Tutto ciĆ² non impedƬ quellāincredibile commiato durate il quale avvenne anche il trasferimento delle bandiere e delle armi delle Brigate Internazionali allāesercito repubblicano spagnolo.
Quarantamila volontari a difesa della Repubblica
La Despedida fu uno degli atti conclusivi della guerra civile spagnola, preludio e prova generale della Seconda guerra mondiale. Cinque mesi dopo, in primavera, si affermarono i golpisti di Francisco Franco con lāaiuto fondamentale dei nazisti dal 1Ā° novembre del 1938 cominciarono ad organizzare la divisione aerea Condor, forte di circa seimila uomini, che andĆ² ad affiancare i bombardieri S.M. 79 dell'aeronautica militare italiana che avevano dilaniato Barcellona nel marzo del 1938, e dei fascisti italiani che oltre allāaviazione e alla marina impiegarono in totale circa sessantamila uomini, dieci volte piĆ¹ degli alleati tedeschi.
Tornando a ālas brigadas internacionalesā va ricordato che tra il ā36 e il ā37, a difesa del governo repubblicano, arrivarono in Spagna circa quarantamila volontari che formarono queste brigate. Un quarto di loro persero la vita in combattimento e altrettanti furono i dispersi e i feriti gravi. Altri cinquemila uomini combatterono inquadrati nelle unitĆ dellāesercito repubblicano e diverse migliaia furono impiegati nei servizi sanitari o ausiliari. I primi contingenti, organizzati dalla Terza Internazionale, entrarono clandestinamente in Spagna attraverso la frontiera francese nellāottobre 1936 e dopo aver ricevuto un addestramento sommario ad Albacete, raggiunsero Madrid assediata dai nazionalisti. Una vera e propria internazionale antifascista composta da diecimila francesi, cinquemila tedeschi, tremilatrecentocinquanta italiani, duemilaottocento statunitensi, duemila inglesi, mille canadesi e diverse centinaia di jugoslavi, albanesi, ungheresi, belgi, polacchi, bulgari, cecoslovacchi, svizzeri, nordeuropei, messicani e africani. La partecipazione dei volontari italiani, inquadrati nella Brigata Garibaldi, fu tra le piĆ¹ consistenti e venne guidata sul campo da alcuni dei maggiori esponenti dellāantifascismo: i comunisti Togliatti, Longo, Di Vittorio e Vidali, il socialista Nenni, il repubblicano Pacciardi, lāanarchico Camillo Berneri e Carlo Rosselli, dirigente di Giustizia e LibertĆ .
Gli intellettuali contro il franchismo
Molti dei piĆ¹ importanti intellettuali del tempo sostennero la causa della Repubblica come George Orwell, che combattĆ© nelle milizie del POUM, Ernest Hemingway e John Dos Passos che scrissero romanzi e reportage, osservarono, raccontarono. Senza che si dimentichi il contributo del grande scrittore francese Georges Bernanos che, dopo una iniziale simpatia verso il franchismo, pubblicĆ² I grandi cimiteri sotto la luna, con cui condannava i massacri e le atrocitĆ commesse dalla Falange prendendo a pretesto il nome del Cristo. Un pamphlet difeso Eugenio Pacelli, futuro papa Pio XII, dagli attacchi della curia romana che ne pretendeva la messa al bando, con una secca frase: "Brucia ma illumina".
Le Brigate internazionali ebbero un ruolo determinante nella difesa di Madrid, distinguendosi nella battaglia di Guadalajara nel marzo 1937 e nelle grandi offensive repubblicane su Belchite (agosto ā37), Teruel (dicembre ā37 ā gennaio ā38) e sullāEbro (luglio 1938). Pablo Neruda, grande poeta cileno amico del poeta spagnolo Garcia Lorca, ucciso dai falangisti nel 1936, dedicĆ² alla terra per cui anche egli aveva combattuto la raccolta di poesie Spagna nel cuore. E scrisse questi versi, in Arrivo a Madrid della Brigata Internazionale : āQuando non avevamo altra speranza che un sogno di munizioni, quando ormai credevamo che il mondo fosse pieno soltanto di mostri divoratori e di furie; compagni, allora, allora, vi ho veduti, e i miei occhi sono tuttora pieni di orgoglioā.
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