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La difesa ucraina è "cieca" e in Kursk i russi premono a tenaglia

di Michele Corrado  


Le ultime notizie dagli Stati Uniti sul conflitto ucraino dicono che le Forze ucraine non dispongono più dell’autorizzazione ad accedere agli assetti americani che monitorizzano costantemente la situazione delle truppe sul terreno, cioè l'accesso al quadro di intelligence del campo di battaglia, fatto da apprezzamenti informativi derivanti fondamentalmente da satelliti ed assetti aerei di varia natura. Secondo ISW (Institute for the Study of War, sito da cui sono tratte le mappe), "le forze russe stanno facendo crollare la parte settentrionale del saliente ucraino nell'oblast di Kursk dopo diversi giorni di intensificazione dell'attività russa nell'area". E ciò viene messo in correlazione alla sospensione di condividere i rapporti dell'intelligence statunitense con l'Ucraina e, allo stesso tempo, chiarisce l'entità stessa del "black-out" che ieri l'altro non era del tutto chiara, come riferiva il Washington Post.

La decisione quindi priva i Comandi di Kiev della capacità di definire un'informazione dettagliata fondamentale per conoscere almeno la dislocazione e l’atteggiamento delle Forze russe. Con tali informazioni (idealmente si dovrebbe conoscere anche l’entità e la natura delle unità nemiche), è possibile delineare gli sviluppi delle azioni avversarie e la conseguente “targhetizzazione” (la definizione degli obiettivi e gli assetti per colpirli), al fine della emanazione degli ordini esecutivi alle truppe sul terreno.

Non avendo più queste possibilità le unità ucraine operanti nel Kursk sono come in una stanza "al buio" incapaci di vedere e capire da dove arrivano i colpi. Quindi, se la situazione non cambia, se non si riaccende la luce, l’unica possibilità di sopravvivenza è uscire dalla stanza prima di soccombere.


@ISW
Fonte: @ISW

I russi, compresa la situazione, stanno intensificando le loro azioni offensive con l’intento di realizzare una manovra a tenaglia, da est verso ovest secondo la direttrice Sudzha-Yunakivka, per chiudere in una sacca le unità ucraine. È una tattica classica delle operazioni di questo tipo che i russi/sovietici conoscono e che hanno sempre cercato di attuare, quando possibile, sul loro territorio occupato da forze ostili.

La situazione delle truppe ucraine non è delle migliori e i prossimi giorni potrebbero essere significativi per l’andamento delle operazioni ucraine nel saliente che nel Kursk sono riusciti a ritagliarsi. Per i russi questa è una buona opportunità per recidere quella fastidiosa situazione che compromette tutto il quadro dell'operazione speciale voluta da Putin (per altro ininfluente ai fini delle operazioni nel Donbass), in particolare sotto l’aspetto propagandistico.

La sensazione è che i russi, più che premere per ricacciare gli ucraini dal Kursk, oltre la linea di confine, aspettino che gli ucraini non abbiano più le capacità di mantenersi all’interno del territorio occupato. È la nota strategia russa fondata su “tempo e pazienza”, che li ha sempre contraddistinti e premiati nelle condotta delle operazioni contro qualsiasi nemico si sia avventurato all’interno del loro territorio.

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