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L'opinione dell'esperto: fake news per dilettanti allo sbaraglio nella guerra russo-ucraina

di Michele Corrado

Con la guerra in Ucraina si parla sempre più diffusamente di fake news credendo che sia una naturale conseguenza dei social. Ma, da sempre l’uso improprio delle informazioni può creare effetti di svariato tipo.

Nelle operazioni militari, attendibili informazioni sull’avversario sono fondamentali per la conduzione del processo di pianificazione (che porta alla redazione degli ordini) sia poi, in condotta, per la gestione degli scostamenti (differenza di eventi fra il pianificato e l’avvenuto). Ovviamente, le informazioni relative alle proprie Forze ed al terreno sul quale operano hanno la stessa importanza. Parafrasando Sun Tzu, in un italiano efficace, si potrebbe affermare che: chi conosce se stesso e l’avversario, può vincere (in battaglia); chi conosce se stesso, ma non l’avversario, può (forse) non perdere; chi non conosce se stesso e nemmeno l’avversario, può solo perdere.


Intelligence e Counter Intelligence

Da qui risultano fondamentali le attività di Intelligence, in italiano Servizio Informazioni, che produce “Notizie elaborate mediante un processo analitico di valutazione e interpretazione”[1] e della conseguente Counter Intelligence, in italiano Controinformazione, cioè “Complesso di attività intese a rendere inefficaci le attività informative nemiche. a mettere in atto le misure contro lo spionaggio e a proteggere il personale da azioni sovversive e le installazioni e/o il materiale da atti di sabotaggio”.[2] Le forme di Intelligence si sono nel tempo evolute in molteplici settori, in particolare in quelli dove la manipolazione delle notizie può risultare pagante a fronte delle risorse impegnate. Si pensi ai minimi costi della diffusione di notizie manipolate sui social a fronte della ricerca di dati certi sul campo di battaglia da parte di unità esploranti.

Nelle forme di guerra asimmetrica la Counter Intelligence è un settore di primaria importanza per proteggere le pianificazioni amiche e disseminare di indizi, dubbi, notizie certe, ma dalla incerta valutazione, le fonti dalle quali l’avversario cerca di chiarificare sia l’ambiente delle operazioni militari, sia qualunque mezzo di informazione possa avere una qualche ricaduta sui più disparati gruppi audience. Alcuni paesi hanno tradizioni secolari in questo settore e l'Impero Russo prima, l’Unione Sovietica poi ed ora di nuovo la Federazione Russa rappresentano esempi di riferimento.


Sapere è potere per pianificare

Ovviamente le informazioni sono potere, ma affinché esso possa manifestarsi è necessario utilizzarlo, perché la raccolta per la raccolta delle informazioni non produce alcun effetto tangibile se non il consumo di risorse. Esempio: a livello tattico (Forze contrapposte su un’area definita campo di battaglia) è vitale avere informazioni sulle unità avversarie al fine di pianificare qualunque tipo di attività (sia offensiva che difensiva), altrimenti si è come ciechi e sordi.

Un sistema informativo parziale e improvvisato

Avere tutte e quattro queste informazioni contemporaneamente è difficile, pertanto le attività informative hanno un punto di inizio, ma non hanno mai fine; di conseguenza uno Stato Maggiore si trova a pianificare con quello che ha, aggiornando costantemente la situazione ed ipotizzando, dove non ci sono riscontri. Ovviamente anche l’avversario può organizzare e condurre attività di "Inganno" (Deception nella Dottrina Nato), per indurre a conclusioni errate basate su false notizie (fake news nel nostro linguaggio). Quindi, per dare vista e udito alle unità amiche operanti in quel determinato settore è necessario trasmettere un preciso scenario informativo che deriva da un aggiornato quadro di Intelligence.

Si vede pertanto come nulla di nuovo sia stato inventato; viene aggiornato il termine di riferimento (ora sempre in angloamericano) e veicolato su piattaforme tecnologiche nuove ed in costante evoluzione. L’essenza rimane immutata; semmai è la gestione dell’informazione che oggi viene storpiata (molte volte inconsapevolmente), da addetti ai lavori che utilizzano strumenti dei quali non conoscono la provenienza ed il corretto utilizzo.

All’utente finale viene così proposto un messaggio più o meno esplicito che di solito non coincide con i desiderata di chi l’ha rilasciato, visto che lui stesso diviene vittima di conoscenze parziali ed improvvisate del sistema delle Informazioni.



[1] SME pub. n. 5895 Nomenclatore Militare Esercito ed.1998)

[2] SME pub. n. 5895 Nomenclatore Militare Esercito ed.1998).



* Col. in Ausiliaria Esercito Italiano

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