L'EDITORIALE DELLA DOMENICA. Dallo scandalo alla rigenerazione, un'opportunità per il Pd
Aggiornamento: 7 apr
di Michele Ruggiero
Con la "scoperta" del voto di scambio la questione morale è tornata in prima fila. Almeno in ciò che resta della sinistra, ma non solo. Questione anche di sopravvivenza. Comunque, bentrovata, come si ama dire nei talk show televisivi. E al momento giusto: a due mesi dalle elezioni regionali. Ciò permetterà di valutare i prossimi e immediati comportamenti e scelte del Pd, colpito in pieno volto dallo tsunami dell'inchiesta giudiziaria, e, soprattutto, in Piemonte, della sua candidata a presidente regionale, Gianna Pentenero, anch'essa correa, nella misura che le compete per i ruoli avuti nella vita politica interna, dei guasti che hanno progressivamente eroso la credibilità del suo partito.
Guasti che arrivano da lontano. Dalle primarie, per esempio, prima ghiotta mistificazione della democrazia interna, attuata con massicce iniezioni di partecipazione estemporanea al voto dall'esterno, che ne ha poi alterato la dialettica politica e la forma partito nei suoi tratti identitari e organizzativi. Un partito oggi in cui non esiste più una netta linea di demarcazione tra controllori e controllati, in cui i rappresentanti delle istituzioni sono assurti a unici erogatori finanziari, e quindi fondamentali dispensatori delle risorse necessarie a sostenere un apparato che però coincide sempre più con i propri interessi.
Vicende che oggi tutti dicono di conoscere per non essere presi in contropiede dagli eventi in tutti i suoi risvolti. Che sono sbiaditi, grotteschi, fastidiosi, irritanti, mediocri, quindi di basso conio, ma a cui pochi si sono opposti, e ancora meno di quei pochi hanno avuto la forza di combattere a viso aperto con metodi democratici nei luoghi preposti dallo statuto del partito. Codardia? Viltà? Insano realismo politico per non compromettere le proprie carriere? Abitudine al tanto meglio tanto peggio di un teatrino della politica che si impone ovunque nella sua mediocrità generale e che si è imposto nelle piccole cose, che non sono mai state quelle di pessimo gusto di gozzaniana memoria, ma soltanto prive di valore e di valori? Si parva licet, un baratro politico che riporta l'orologio indietro di un secolo, alla degenerazione del Partito socialista del Primo dopoguerra che avvertiva e denunciava dalle colonne del Grido del Popolo Antonio Gramsci.
Dunque, le indicazioni e la forza che saprà esprimere in campagna elettorale Gianna Pentenero, indipendentemente dall'esito del voto, saranno un crocevia di prospettiva anche futura per dare inizio a ripulire il Pd torinese e piemontese delle incrostazioni che rischiano di presentarlo agli elettori alla stregua di un comitato di affari. Non peggiore degli altri che orbitano nel sistema di potere del centro destra (Santanché docet), ma sempre in odore di affari che dovrebbero essere marginali, come un sottoprodotto delle miserie umane, nella politica al servizio dei cittadini. A meno che, come mostrano le carte della Procura torinese, nel servizio ai cittadini sia incluso lo spostamento di un cassonetto d'immondizia - pecunia non olet, ma i rifiuti indifferenziati evidentemente sì - che accredita una versione popolaresca e terra terra del NIMBY, "not in my back yard", ovvero "non nel mio giardino" le scorie nucleari. O il più "encomiabile", se non vi fosse dietro l'imbarazzante do ut des, sostegno offerto per collocare la fermata dei mezzi pubblici davanti a uno studio medico frequentato da pazienti anziani, corpo elettorale di prima grandezza in una società che invecchia.
Dai sussurri e grida che escono dalla Procura di Torino, concorrendo a profilare un volto sfatto del Pd locale, può nascere però una grande occasione (da non gettare alle ortiche) per la costruzione di una leadership creativa di Gianna Pentenero e di un rinnovamento profondo del Pd che corrono in parallelo alla campagna elettorale. Sarà uno sforzo immane. Ma se la catastrofe politica è sempre un'ombra pesante che minaccia di spegnere l'entusiasmo di militanti e di elettori, allo stesso tempo restituisce anche un rovescio catartico, con più di una speranza rigenerativa. A patto, però, che la catarsi sia ancorata al fermo proposito di incidere in profondità il tessuto malato dell'organismo per cambiarne la mentalità e ridare dignità a quegli antichi valori etici e morali che sono presenti nella tradizione e nelle radici storiche del Pd, ma che hanno sempre più stentato a trovare traduzione nell'azione politica.
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