Immagini (e pensieri) della serata con Gian Carlo Caselli
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“Dedicato ai ragazzi (di ogni età). L’idea che ci siamo fatti di voi, senza pretendere di essere depositari di verità o unici interpreti di realtà molto complesse, è che conosciate la giustizia e la legalità soprattutto attraverso la narrazione dominante, che la descrive come una casa che sta cadendo a pezzi, col rischio di travolgere anziché proteggere coloro che vi abitano. Purtroppo, in questa narrazione c’è anche del vero. Giustizia e legalità fanno sempre più fatica ad assolvere ai propri compiti, ovvero garantire i diritti dei cittadini e il rispetto delle regole della convivenza civile. […] È però sbagliato e pericoloso limitarsi al “mugugno” o allo sdegno. Denunciare quel che non va si deve. Tuttavia riteniamo che la denuncia non basti, perché se non avesse seguito, risulterebbe sterile. Occorre in particolare interrogarsi sullo scopo della legge e sul suo significato. Di qui la scelta di proporre elementi di analisi e di riflessione che spieghino perché la giustizia è stata e rimane un pilastro portante nella vita di una comunità. Lo faremo cercando esempi nella storia e nella cronaca italiana ed europea, e mettendo a disposizione le nostre esperienze professionali.”.
È l’incipit, che racconta, dice, spiega la filosofia che sta a monte del libro “La Giustizia conviene”, presentato ieri sera, 5 maggio, al Teatrino civico di Chivasso, nell’ambito del Festival della Legalità, scritto a quattro mani da Gian Carlo Caselli e Guido Lo Forte (la recensione in https://www.laportadivetro.org/wp-content/uploads/2022/05/model_vice.pdf). Sul palco, in una sorta di conversazione a due, c’erano Gian Carlo Caselli e Michele Ruggiero (conduttore degli incontri proposti dal Festival della Legalità chivassese), seguiti da una folta platea che con la sua attenzione ha dato l’impressione di ispirare sempre il dialogo, le domande (brevi) e le risposte (lunghe) che hanno attraversato ogni capitolo del libro.
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