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Il taccuino politico della settimana: il prezzo della coerenza al ballottaggio

a cura di Claudio Artusi|

Nella marcia di avvicinamento all’appuntamento elettorale di ottobre, faccio un “pit stop” di riflessione per prevenire alcune storture del rapporto eletti/elettori che non hanno giovato in passato alla buona amministrazione. Innanzi tutto non sottovalutiamo l’appuntamento, derubricandolo ad una specie di test elettorale per le future elezioni nazionali. Milano, Roma, Torino, Napoli, Bologna fanno insieme un bel pezzo di PIL del paese, ma soprattutto sono i veri motori di un possibile sviluppo che si gioca sul “locale” gran parte delle opzioni globali. Dalle ultime elezioni amministrative è cambiato tantissimo, nel mondo, nel paese, nelle sensibilità collettive e individuali. Cinque anni fa la domanda di cambiamento era molto forte e si era materializzata a Torino e Roma nella elezione di due giovani sindache, che, anche forti del vento “rivoluzionario” dei Cinque stelle, avevano raccolto la speranza di molti strati sociali delusi e preoccupati del futuro. Certo il cammino della loro consiliatura non è stato cosparso di petali di rosa, hanno avuto grandi difficoltà ad onorare gli impegni assunti dinanzi all’elettorato, hanno provocato o patito una girandola di avvicendamenti dei principali collaboratori politici e tecnici. Non è questa la sede, né il momento, però, per analizzare queste storie e tanto meno per gettare la croce su qualcuno. Resta il fatto che oggi all’appuntamento vi è un elettorato ancor più deluso e disorientato di quanto lo fosse cinque anni fa. E’ possibile che una parte si orienti verso la disaffezione dal voto, vedremo. Ma è certo, logico e ragionevole che i candidati sindaci, soprattutto di sinistra, guardino a questi ambienti per recuperarne la fiducia. Nel primo turno questo ci sta, a condizione che non ci siano cedimenti e compromessi sul programma. Al secondo turno, laddove ci sarà, dico no! Va detto chiaro e forte che chi al primo turno, forte delle proprie convinzioni e del proprio giudizio, ha espresso un voto di continuità per il candidato Cinque stelle, rimanga, forte di queste convinzioni, fuori dall’area di governo. Provo a fare alcuni nomi: Lo Russo a Torino, Gualtieri a Roma siano espliciti nell’affermare che in nome della coerenza e della chiarezza rifiuteranno contaminazioni di valori e di programmi, anche se ciò li portasse a soccombere rispetto al candidato in ballottaggio. Abbiamo bisogno di timonieri leali e liberi, oltre che bravi: nel segreto dell’urna teniamone ben conto!

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