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Il Libano precipita nel caos. Le milizie sciite invadono Beirut

di Germana Tappero Merlo |

Sale la tensione a Beirut, anche per via della pesante crisi economica che sta devastando il Paese, dove si sono registrati nuovi scontri fra milizie in occasione di manifestazioni proclamate da Hezbollah, Amal e Marada, tutte sciiti, contro il giudice che indaga sull’esplosione nel porto libanese dell’agosto del 2020. La loro denuncia non è stata accolta. Sono così iniziati gli scontri nell’inazione dell’esercito regolare.

Finora, sono sei i morti e una sessantina i feriti, mentre si registra la presenza di cecchini dai tetti e l’uso di RPG (missili anticarro). Chiunque sia a sparare contro i manifestanti e passanti si è preparato molto bene. Di certo, si tratta di cecchini addestrati all’uso di Ak-47 e Rpg che sparano alla testa delle persone e anche contro l’esercito libanese.

Ma le milizie sciite – nella foto vediamo l’affluenza dei miliziani sciiti che cominciano a riempire le strade di Beirut – non hanno idea chi sono, quanti sono e dove esattamente si trovano. Il leader cristiano Samir Geagea ha invitato i libanesi a essere “pronti” di fronte a Hezbollah. Nelle repliche a distanza, l’organizzazione terroristica Hezbollah ha sostenuto che l’attacco alla manifestazione al palazzo di Giustizia è stato condotto da gruppi armati che mirano alla destabilizzazione del Paese.

Intanto il primo ministro Najib Mikati, che ha esortato la popolazione alla calma per evitare la guerra civile, è arrivato nella sala operativa del comando dell’esercito, accompagnato dal ministro della difesa Maurice Selim, per seguire da vicino l’evolversi della situazione con il comandante dell’esercito Joseph Aoun.

 
 
 

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