Il Giorgetti che mi ha dato tu, sai mia cara (Meloni) non è una virtù...
Aggiornamento: 10 nov 2023
di Galeno
Come medico, nel II secolo mi occupavo più di salassi che di finanze dello Stato, anche se già ai miei tempi, proprio a Roma e nonostante io curassi Marco Aurelio, le risorse per un degno tempio dedicato a Asclepio non le trovai mai. Fu costruito alla fine del III secolo, mentre imperversava un’epidemia, usando il nome latino del dio: Esculapio. È stato distrutto nel Medio Evo, quello che vedete ora a Villa Borghese è del XVIII secolo, non conta.
Quindi lo so bene che i soldi pubblici mancano sempre, solo per la guerra si trovano senza problemi. Ho degli amici vostri contemporanei che mi dicono che ora in Italia siete in difficoltà grave, per i vincoli che vi mettono certi paesi che chiamate frugali, sempre lì a contare gli euro che spendete e i debiti che fate. Credo che immaginino che essendo l’euro di tutti quanti, prima o poi li debbano pagare anche loro.
La conseguenza è che in quel bel mondo che chiamate Europa vi affannate a inventare regole sempre più complicate. Ora mi dicono di un compromesso possibile sul Patto che chiamate “di stabilità”, per il quale la Germania chiede che ci siano parametri oggettivi e fissi nell’impegno di riduzione dei debiti in eccesso. Un punto di accordo potrebbe essere un percorso di correzione che prima consideri il disavanzo, se è oltre il 3 per cento del Pil, da ridurre a ragione nell’arco di sette anni. Poi si dovrebbe pensare al debito, introducendo una diminuzione dell’1 per cento annuo a partire da quando finisce la cura – ops, la riduzione – del deficit, oppure dopo intervalli più lunghi. Confesso che ho capito poco, ma vengo da tempi molto lontani. Capito poco anche voi? Mi conforta.
IHo invece ben chiaro che trincerarsi dietro un “non firmerò” come fa il vostro ministro Giancarlo Giorgetti, mi pare poco saggio. A Roma trattavo con gli altri medici che a me, immigrato da Pergamo, non volevano lasciare nessuno spazio. Cercavo soluzioni che potessero accontentare un po’ tutti, anche accontentandomi di risultati non troppo palesi e evitando danni collaterale. Eccolo: se Giorgetti e l’Italia bloccano la riforma del Patto, sarà molto difficile impedire che la Banca Centrale Europea prosegua nella riduzione di quella bella fetta del debito pubblico italiano che da un po’ di tempo custodiva nelle sue capienti casseforti. Meno ce n’è custodito a Francoforte e più siete esposti sui cosiddetti mercati, che non mi è ben chiaro che cosa siano, ma mi descrivono assai temibili, e soprattutto ai capricci di un certo Fitch, che proprio non conosco. Mi hanno detto che non è un medico, ma dice sempre la sua sulla salute del paziente.
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