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I visti della “discordia” tra Russia e Unione Europea

Aggiornamento: 31 ago 2022



di Renato Caputo



Prima giornata di incontri a Praga, oggi 30 agosto, tra i ministri degli Esteri chiamati a discutere all'interno di una ricca agenda, di un possibile stop ai visti turistici per i cittadini della Federazione russa. Un'iniziativa formulata dalla Repubblica Ceca e appoggiata da altri Paese confinanti con la Russia, tra cui Polonia ed Estonia, che ha trovato però, secondo una nota diffusa dall'agenzia Ansa[1], la netta contrarietà di Germania e Francia che in una nota congiunta affermano che "pur limitando i contatti con i rappresentanti e le autorità del regime alle aree di interesse vitale per l'Ue, dobbiamo lottare strategicamente per i 'cuori e le menti' della popolazione russa, almeno per i segmenti non ancora completamente estraniati dall'Occidente". Berlino e Parigi hanno comunque ribadito la necessità delle sanzioni dell'Europa a Mosca e definito il sostegno finanziario e militare all'Ucraina "un elemento centrale" della politica di guerra dell'Ue. Immediata replica del Cremlino che in una dichiarazione riporta dall'agenzia Ansa afferma di aver già "avvertito che non lascerà senza risposta una possibile sospensione dei visti turistici ai suoi cittadini".

L'incontro a Praga proseguirà fino a domani, 31 agosto.



L’accordo di cui si chiede la sospensione venne stipulato nel 2007 tra la Comunità europea e la Federazione Russa allo scopo “di agevolare i contatti diretti tra le persone, quale condizione essenziale per un saldo sviluppo dei legami economici, umanitari, culturali, scientifici e di altro tipo, semplificando il rilascio dei visti ai cittadini dell’Unione europea e della Federazione russa su una base di reciprocità”[2]


Parti dell'accordo del 2007, relative alla libera circolazione di funzionari governativi e uomini d'affari, sono state sospese a fine febbraio. Per effetto di tale sospensione circa 1.214 funzionari russi, tra cui il Presidente Vladimir Putin, sono stati dichiarati ‘personae non gratae’ e attualmente non possono entrare nell’area Schengen. Una sospensione più ampia eliminerebbe il trattamento preferenziale per i russi quando richiedono tutti i visti dell'UE, richiedendo più documenti, rendendoli più costosi e aumentando notevolmente i tempi di attesa.


I Paesi promotori della sospensione


Paesi come la Repubblica Ceca e la Polonia hanno smesso di rilasciare visti ai turisti russi poco dopo che il presidente Vladimir Putin ha ordinato l'invasione su vasta scala dell'Ucraina a febbraio. Da allora avevano chiesto a Bruxelles di emanare un divieto totale. Il dibattito in materia è stato fortemente sollecitato anche dalle Repubbliche baltiche.


Il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, ha dichiarato che preferisce "una soluzione europea perché è la più sostenibile e legalmente corretta", ma che, laddove ciò non dovesse accadere, non esclude possa essere promossa una soluzione regionale con il coinvolgimento degli Stati baltici, della Polonia e forse della Finlandia[3].


La Prima Ministra estone, Kaja Kallas, ha affermato che per proteggere la sicurezza nazionale va imposto un divieto di circolazione per i cittadini russi fino a quando Mosca non porrà fine all’invasione dell’Ucraina. A supporto di tale linea ha riferito che da dati in suo possesso risulti non infrequente che vengano rilasciati visti Schengen con false motivazioni, come scoperto anche di recente in Estonia dove due cittadini russi, titolari di visti Schengen per turismo rilasciati in altro Paese, si erano recati nel suo Paese per realizzare servizi di “propaganda ostile” e “disinformazione”.


“Sono favorevole – ha dichiarato la Premier Kaja Kallas - al divieto di viaggio in tutta l’Ue per i cittadini russi fino alla fine dell’aggressione russa. Prima di tutto, è una questione di credibilità e di chiarezza morale dell’Ue mentre crimini di guerra di massa, forse un genocidio, si stanno svolgendo ai suoi confini. Fermare questo afflusso non è solo una questione di moralità, ma anche una questione di sicurezza pubblica e nazionale e una questione di attuazione delle sanzioni dell’Ue. Una situazione del genere permette un’elusione delle sanzioni sui viaggi aerei che l’Unione ha concordato all’inizio della primavera – e dobbiamo chiudere subito questa falla”.[4]


Ad appoggiare questa linea anche Varsavia. Radoslaw Fogiel, portavoce del partito Legge e Giustizia (PiS) attualmente al governo in Polonia, ha dichiarato martedì scorso di volere "le limitazioni più severe possibili nella concessione dei visti ai russi, a livello europeo", aggiungendo: “Affinché queste restrizioni abbiano un effetto tangibile, devono essere imposte a livello dell'UE”.[5]Anche la Premier finlandese, Sanna Marin, ha dichiarato in un'intervista televisiva che "non è giusto che mentre la Russia sta conducendo una guerra di aggressione aggressiva e brutale in Europa, i russi possano vivere una vita normale, viaggiare in Europa, essere turisti".[6]


La mediazione del cancelliere Scholz


Sul versante opposto, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz che, all’inizio della scorsa settimana, si è detto contrario all’introduzione di tale divieto, affermando che “i russi dovrebbero essere in grado di fuggire dal proprio Paese se non sono d’accordo con la politica del Cremlino”, ma contro questa argomentazione è giunta l’immediata replica del Premier estone che ha affermato che: “un divieto dell’Ue dovrebbe prevedere “eccezioni umanitarie” e revisioni caso per caso, citando l’applicazione del suo Paese in base alla quale i cittadini russi “possono visitare i loro familiari, i parenti stretti, il nostro confine è aperto per i richiedenti asilo e i dissidenti del regime per fuggire dal Paese”. Nei giorni scorsi, tuttavia, a stemperare le tensioni è intervenuta la ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, che ha ventilato la possibilità di un compromesso, che "metta d'accordo le legittime preoccupazioni e le posizioni di tutti" i Paesi Ue.



Note


[1]https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2022/08/30/francia-e-germania-contro-lo-stop-ai-visti-per-i-russi_09cf42c2-231a-4ef7-a146-d7aae60559b6.html [2] “Accordo tra la Comunità europea e la Federazione russa di facilitazione del rilascio dei visti ai cittadini dell’Unione europea e della Federazione russa”, Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, 17.5.2007; https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:22007A0517(01)&from=EN. [3] “With no EU agreement on visa ban for Russians, Lithuania will go for regional solution – FM”, Lithuanian National Radio and Television, 23 agosto 2022; https://www.lrt.lt/en/news-in-english/19/1765014/with-no-eu-agreement-on-visa-ban-for-russians-lithuania-will-go-for-regional-solution-fm. [4] Alexandra Brzozowski, “Russian visa ban a matter of national security and EU credibility, says Estonia’s PM”, da sito EURACTIV.com, 25 agosto 2022; https://www.euractiv.com/section/global-europe/interview/russian-visa-ban-a-matter-of-national-security-and-eu-credibility-says-estonias-pm/. [5] “Poland wants to form coalition of states to ban visas for Russians in EU”, articolo pubblicato sul sito web news.amhttps://news.am/eng/news/717053.html. [6] Euronews, “Finland and Estonia call for EU ban on tourist visas for Russians”, 09 settembre 2002; https://www.euronews.com/2022/08/09/finland-and-estonia-call-for-eu-ban-on-tourist-visas-for-russians.

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