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Disinformazione, polemiche e fake news, "il crogiuolo" degli estremismi

Aggiornamento: 12 dic 2022

di Chiara Laura Riccardo ed Emanuele Davide Ruffino


Trascendendo dalle singole circostanze, si avverte una sistematica esasperazione nel presentare le notizie con una conseguente radicalizzazione delle posizioni. Ancora vive ed attuali sono le polemiche pro e contro i vaccini; la Legge finanziaria per alcuni è a favore dei redditi bassi, per altri è esattamente il contrario; non si capisce più se i sindaci devono essere arrestati tutti o proclamati eroi, tuttavia non si vedono all'orizzonte interventi per migliorare le loro condizioni operative; tutti discettano sul prezzo del gas e del petrolio, però l'impegno a realizzare impianti meno inquinanti è remoto; se si apre il cassetto delle pensioni, poi, ci si ritrova in una specie di cabala ogni qual volta si discute di quote con cui accedervi, ma stentano a decollare proposte e ragionamenti per una riforma stabile e duratura; gli esempi sarebbero infiniti, e mostrano soltanto la tendenza a prendere una posizione che di per sé è sinonimo di vittoria (virtuale), comportamento con cui però si prepara il terreno ad inaudite provocazioni dei leoni da tastiera, fino ad auspicare l’accoltellamento di una bambina di 6 anni, perché figlia di un avversario politico.


Soluzione al problema e problema nelle soluzioni

C’è da chiedersi se alla nostra società piaccia dividersi e scontrarsi su qualsivoglia argomento, a volte anche non veritiero (si pensi alle fake news che circolano sulla rete), foss’anche una partita di calcio dei Mondiali in Qatar (una per tutte, i violenti disordini a Bruxelles seguiti a Belgio-Marocco del 27 novembre scorso e replicati in tante altre realtà, tra cui la nostra) cui si aggiungono anche le liti condominiali. C’è dunque chi ricerca una soluzione ai problemi e chi ricerca un problema nelle soluzioni.


A complicare il tutto si aggiungono poi gli strumenti tecnologici, che hanno accelerato il consumo di informazioni digitali; basti pensare che a luglio 2022 sono stati censiti circa 4,7 miliardi di utenti di social media in tutto il mondo ed il 57% di questi risulta essere preoccupato per la circolazione di notizie false che “accendono” gli animi degli utenti.

Se a questi dati aggiungiamo il fatto che stiamo assistendo ad una diffusione indiscriminata e acritica della “virtualizzazione” della vita, diviene molto alto il rischio di smarrire il senso della realtà, trovandosi di fronte ad un rumoroso silenzio su temi delicati e a grandi bagarre su argomenti di scarsa importanza. Insomma, uno "schiaffo" al confronto tra posizioni differenti che ha dato origine alla dialettica, permettendo di concettualizzare quei processi discorsivi che nascono dall’intelletto, derivanti da un ragionamento basato su opposizioni e diversità di opinioni mirate a realizzare una sintesi conclusiva e motivata.


La "messa al bando" del punto di equilibrio

La diversità è la conditio sine qua non per poter giungere alla sintesi, ma spesso di fronte ad essa ci si ferma, non si riesce ad andare oltre e ad abbracciarla costruttivamente, ma ci si limita ad esaltarla o disprezzarla, come se questo fosse il fine ultimo. Proprio dal mettere a confronto contrasti di posizioni, diverse od opposte, si può dare origine a nuove e più approfondite forme di conoscenza (si parla, infatti, di arte della dialettica, non per sottolineare il bizantinismo di certe decadenze, ma per rilanciare la possibilità di un dialogo costruttivo).

Ora però la ricerca della sintesi viene bandita, come se trovare un punto di equilibrio possa ledere in modo irreparabile l’identità di un soggetto. A spingere verso questo estremismo è sia l’incapacità di elaborare concetti che superino le visioni manichee in cui si dibatte l’attuale società, sia la voglia di pugnare che esplode, anche senza una ragione precisa in qualunque campo o settore della vita sociale.

Una spiegazione a ciò può essere ricercata nel vantaggio che offre la polemica, a prescindere dall’oggetto trattato e dalla qualità del dibattito medesimo, che sempre o quasi finisce nel tunnel della violenza, verbale e fisica. Ora è altrettanto impellente chiedersi se la maggioranza delle persone apprezzi questi eccessi. Per esempio, rimane un punto interrogativo non secondario se le registrazioni con i cellulari di atti di violenza (soprattutto per strada) siano un apprezzabile gesto di responsabilità per assicurare i colpevoli alla giustizia, o una forma di involontaria complicità, se non addirittura di piacere nel filmare ciò verso cui si è attratti, un'attrazione cui non sono estranei i contradditori messaggi della nostra società.


L'effetto "Dunning Kruger" e l'invasione dei "metaignoranti"

Del resto, l'enorme diffusione dei social ha certamente contribuito a fare della polemica una mera opportunità di giudizio senza, a volte, alcuna cognizione in merito ai contenuti che si commentano. Il bisogno di avere visibilità, pubblico ed uno spazio dove far lievitare il proprio ego, porta molte persone ad indossare la maschera del “bastian contrario”, divenendo spesso ed indiscriminatamente la voce di polemiche sterili e fini a se stesse

Oggi nei dibattiti sui social si è tutti esperti, reali o presunti, di qualcosa in base al trend del momento. Molte persone si esercitano sui temi più disparati, con la percezione tutta interiore di aver capito e di poter esprimere un giudizio fondato. Si chiama effetto “Dunning Kruger” ed è una distorsione cognitiva che porta gli individui a sopravvalutare le proprie abilità o le proprie conoscenze relativamente a un argomento o a un ambito specifico, autoconsiderandosi esperti o particolarmente dotati in settori in cui, in realtà, sono soltanto moderatamente o persino poco competenti. Molti oggi sembrano dunque essere affetti da quella che viene definita in psicologia sociale “metaignoranza” (Dunning, 2011); infatti, l'ignoranza non consente neanche di avere la capacità metacognitiva di capire che si sia in errore.

La polemica, come diceva lo scrittore francese dell'Ottocento Honoré de Balzac, è il piedistallo della celebrità, e spesso alimenta la curiosità; ma oggi ci troviamo di fronte ad un eccesso di polemiche che nella sostanza strumentalizza e distorce fatti e realtà con conseguenze pericolose sempre più difficili da arginare.








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