Consiglio regionale piemontese: si è insediato il Comitato Resistenza e Costituzione
Aggiornamento: 17 ott
Prima seduta del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte alla sua XII legislatura. L'organo si è riunito sotto la presidenza di Domenico Ravetti, consigliere eletto nell'emiciclo di Palazzo Lascaris nelle file del Partito democratico.
Il Comitato, costituito nel 1976 su ispirazione di un Consiglio regionale che esprimeva in quel quinquennio (1975-1980) una giunta di centro-sinistra formata da Pci, Psi e Psdi, annovera oltre ai rappresentanti delle forze politiche, gli Istituti della Resistenza del Piemonte, decine di associazioni no profit, di settore, culturali, tra cui la Porta di Vetro.
"Programmare, condividere e scegliere": queste le priorità indicate dal presidente Domenico Ravetti nel suo intervento d'apertura della seduta. Priorità annunciate alle stregua di chiare direttrici di guida con le quali si intende caratterizzare il proprio mandato fino al 2029.
Un arco di tempo che celebrerà tre date importanti e strettamente legate tra di loro: il prossimo anno, l'Ottantesimo del 25 aprile 1945, Festa della Liberazione e sconfitta del nazifascismo, nel 2026 il Referendum istituzionale che diede vita alla Repubblica e nel 2028 gli Ottanta anni della nostra Costituzione che sostituiva lo Statuto Albertino.
Dunque, tre passaggi fondamentali quelli espressi da Ravetti, attorno ai quali è maturata una nuova coscienza di un popolo capace nella lotta di Liberazione di far germinare un'idea nuova dell'Italia, dopo l'ignominia del Ventennio fascista, di una dittatura liberticida che aveva portato il nostro Paese sul piano inclinato, con la complicità di una Monarchia egoista e codina, dell'invasione dell'Etiopia, delle leggi razziali e, a rimorchio del nazismo, di una guerra feroce d'aggressione e di occupazione, in cui c'era davvero ben poco degli "italiani brava gente".
Saranno cinque anni in cui nella sostanza, ha spiegato alla platea Ravetti, il Comitato dovrà dare piena attuazione alle iniziative mirate a riproporre e approfondire i valori di democrazia e di libertà della resistenza e dell'antifascismo nei luoghi luoghi che furono teatro degli episodi più significativi della lotta di Liberazione in Piemonte e i monumenti che li ricordano.
Di qui il suo impegno personale nei confronti del presidente della Regione Alberto Cirio, affinché siano rifinanziati i progetti per la conservazione della memoria storica. Un'esigenza diventata ancora più necessaria, come ha ricordato il prof. Claudio Dellavalle, esponente storico dell'Istituto della Resistenza di Torino, dinanzi a quelle situazioni, anche istituzionali, in cui si corre il rischio di non fare riconoscere il 25 aprile. Di qui, la storia e la ricerca valorizzando i territori, in primo luogo. In altri termini, memoria come argine al populismo che nelle sue molteplici facce e innumerevoli derive ha un solo e unico obbiettivo: l'attacco alla democrazia e per effetto transitivo ai valori che essa trasmette ai cittadini.
Si ringrazia per le foto il Consiglio Regionale del Piemonte
留言