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"Chi semina cultura raccoglie democrazia"

di Laura Pompeo


Sotto l'egida di Forum Cultura Università e Ricerca, si ritorna a discutere di "Cultura a Torino"* , tema estremamente sentito [1], con un dibattito cui partecipa l'assessore alla cultura della città Rosanna Purchia e la responsabile della cultura per il Partito democratico di Torino, Laura Pompeo, autrice dell'articolo.


La cultura è strumento di sviluppo degli individui, delle società, dei territori e ha valore in sé. Non dimentichiamo infine che lavoro e cultura sono le armi più potenti contro l’illegalità: chi semina cultura raccoglie democrazia. E dunque, la democrazia ha il dovere di far crescere la cultura, di valorizzare l'arte e la musica, di investire nella ricerca e nel sapere, di salvaguardare i beni culturali e il paesaggio, come recita l’art. 9 della Costituzione (uno dei principi fondamentali, che un anno fa è stato integrato includendo “l'ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni”).


La lezione di Norberto Bobbio

Cultura, dal latino “colere” (coltivare), indica un sistema di saperi, credenze, costumi e comportamenti all'interno di un gruppo sociale. Norberto Bobbio scriveva che politica e cultura sono elementi inscindibili. E senza dubbio la cultura è mezzo fondamentale di crescita ed è un diritto per tutti. La cultura rappresenta una finestra aperta su idee nuove e dovrebbe essere al centro del modello di sviluppo dei territori perseguito dalle amministrazioni.

L’investimento in cultura alza la qualità e l’attrattività di un luogo: nessuno va a vivere, studiare, lavorare, investire, inventare in una località desolata. La cultura è motore di economia, di investimento, di attività, di servizi, di lavoro, di innovazione e di turismo. Ma, fondamentalmente, la cultura ha una posizione cardine, perché da essa parte il nostro sguardo sul mondo e solo grazie ad essa possiamo sconfiggere le disuguaglianze e i populismi. E qui il discorso si fa anche politico, perché ciò che la sinistra - purtroppo impegnata a dividersi - non ha forse ancora compreso pienamente è che in questi anni c’è stata un’enorme riorganizzazione della struttura sociale e una gigantesca crisi della sinistra stessa, a livello globale.

E’ in gioco la qualità stessa della democrazia, specie in una stagione in cui siamo chiamati ad affrontare cambiamenti profondi, di respiro mondiale, che fanno riflettere su temi quali la coesione e i modelli sociali. La cultura deve essere dunque rigeneratrice, aiutare a sviluppare la consapevolezza dei cittadini, allargare e sensibilizzare.


Lo sforzo trasformativo di Torino

La cultura, la divulgazione, gli approfondimenti, la disponibilità ad accogliere il confronto tra punti di vista diversi dovrebbero essere i valori fondanti che fanno della cultura quel fattore di progresso che arricchisce il nostro quotidiano e che ci consente di progettare un avvenire migliore.

Il nostro paese è ricco di un patrimonio culturale e identitario che ci è riconosciuto dal mondo. Un patrimonio che occorre sentire davvero come appartenente a ciascuno di noi. Da circa vent’anni Torino si è affermata come una capitale di cultura e gli investimenti le hanno dato una qualità di vita più alta, attrattività di capitali, flussi turistici prima inimmaginabili, eventi internazionali e un’immagine nuova e dinamica. Torino ci dimostra che la cultura è trasversale e non è una vetrina, ma una forza trasformativa: strumento del welfare, della sicurezza, del benessere, del turismo, del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura.

Ma non è solo questo: attraverso la cultura si gioca l’uguaglianza dei cittadini. La consapevolezza di ciascuno parte dalla capacità di leggere e capire le cose, di guardare il mondo e interpretare i segni che ci pervengono: chi legge partecipa di più e fa cittadinanza attiva. La democrazia ha il dovere di far crescere la cultura, investendo nella promozione dello studio e nella ricerca. L’offerta culturale è anche un modo per redistribuire il reddito e far crescere le comunità, fornendo ad esse e ai singoli individui un servizio primario.

In questa difficile fase di povertà economica che colpisce tante famiglie, a maggior ragione occorre realizzare programmi di contrasto alla povertà educativa. E’ chiaro che senza cultura le società si degradano: sono cultura e istruzione a fabbricare il talento e a produrre capitale sociale. Senza, non ci sarebbero né ricerca, né innovazione.


Note

[1] Piera Egidi Bouchard, Un libro per voi: "Viaggio nella storia della cultura a Torino" in https://www.laportadivetro.com/post/un-libro-per-voi-viaggio-nella-storia-della-cultura-a-torino



*L'incontro, moderato da Giorgio Ardito, avrà luogo mercoledì 18 gennaio alle 18 presso la Fondazione Amendola in via Tollegno 52, Torino

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