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Cercasi posto per disabile nella nostra società…

di Guido Tallone|

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Un gruppo di giovani disabili è stato costretto a scendere dal treno, nonostante i posti riservati. Chi occupava quei posti, infatti, si è rifiutato di alzarsi. Inutili si sono rivelate le presenze del personale Polfer e di Trenitalia. I giovani sono ritornati a casa con un pullman approntato dalla società ferroviaria. L’episodio è avvenuto il 18 aprile scorso, giorno di Pasquetta, nella stazione Genova Principe sul treno interregionale per Milano. Immediate le reazioni alla notizia ripetutamente rilanciata in questi giorni da radio, tv e social. Inoltre, Assoutenti, l’associazione per la tutela dei consumatori, ha annunciato che presenterà un esposto alle procure della Repubblica di Genova e di Milano con l’ipotesi di violenza privata. Sdegno legittimo. Ma è altrettanto legittima la riflessione su quanto l’attenzione e il rispetto dovuto ai disabili siano un reale patrimonio civico della nostra società. La Porta di Vetro

Non c’è posto per i disabili, sul bus. “Scendete tutti, la corsa è terminata”. Sarebbero state queste le parole pronunciate il 18 ottobre 2018 dall’autista di un autobus diretto a Parigi. La vicenda si è verificata a Clichy, nel 17° arrondissement della capitale francese. Il conducente si sarebbe rivolto ai passeggeri del pullman che non si erano voluti spostare per lasciar salire un uomo diversamente abile, a bordo di una carrozzella, che stava attendendo il mezzo pubblico alla fermata. Nonostante le porte del veicolo fossero state aperte e la pedana per disabili in funzione, coloro che si trovavano nel bus non avrebbero fatto spazio all’uomo, ostacolandogli l’accesso a bordo. Ed è stato proprio a questo punto che l’autista ha deciso di fermare il pullman dando a tutti una vera e propria lezione di civiltà. Secondo quanto raccontato dal disabile (che ha preferito restare nell’anonimato per motivi di privacy) all’Huffington Post France, l’autista della RATP – l’azienda che gestisce i servizi di trasporto a Parigi e nelle zone limitrofe – sarebbe sceso dal bus e lo avrebbe aiutato a salire a bordo. Gli altri passeggeri, al contempo, sarebbero stati avvisati che un ulteriore pullman della stessa linea sarebbe passato dopo circa 5 minuti. Avvicinandosi all’uomo diversamente abile e al fratello, il conducente gli avrebbe detto che “tutti un giorno potrebbero aver bisogno di una sedia a rotelle”, e così avrebbe fatto scendere dal mezzo pubblico le altre persone.1 Impossibile non associare l’episodio di alcuni anni fa alla vicenda italiana dei giovani disabili a cui è stato negato l’accesso al treno garantito dalla prenotazione dei posti. L’autista del bus francese ha reagito in modo emotivo con un gesto che il sistema ferroviario non poteva permettersi, ma in entrambi i Paesi si è reso evidente come la logica del più forte sia “istintivamente” la prima regola del convivere. Il che significa che senza sostegni esterni, senza leggi capaci di farsi rispettare, senza regole chiare e senza educazione al rispetto di chi vive condizioni di maggior vulnerabilità, il mondo della disabilità ne esce sconfitto e oltre i margini del convivere sociale. A livello superficiale l’indisponibilità dei passeggeri a cedere il posto prenotato da altri soggetti bisognosi di quella postazione, è un qualcosa di inaccettabile e di vergognoso (come hanno ribadito tutti i commentatori, politici e non).

1Cfr. Guido Tallone, Vocabolario dell’Educare, Voce Handicap, pag. 253, Edizioni Piccolo Carro, Rivoli, 2021

#Disabilità #GuidoTallone

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