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Catastrofe nello Yemen: duemila bambini soldato caduti in combattimento

Duemila tra bambini e adolescenti, dai 10 e ai 17 anni, reclutati dai ribelli Houthi,1 sostenuti dall’Iran, sono morti sui campi di battaglia della guerra civile che si combatte nello Yemen. L’annuncio, scioccante, arriva da un rapporto diffuso ieri, sabato 29 gennaio, dalle Nazioni Unite. Gli esperti dell’Onu hanno aggiunto che l’impressionante cifra copre un arco di tempo che va dall’inizio del 2020 al maggio del 2021. La maggioranza dei morti è caduta negli scontri attorno alle località di Amran, Dhamar, Hajjah, Hodeidah, Ibb, Saada e Sanaa. Come già raccontato nel settembre scorso su La Porta di Vetro da Germana Tappero Merlo in “Un’altra guerra senza fine” (https://www.laportadivetro.org/wp-content/uploads/2021/09/docs_gtm002.pdf), il conflitto yemenita, lungo ormai anni, ha i tratti di “una vera catastrofe umanitaria: 28 milioni di persone sotto il livello di sussistenza, 3 milioni di sfollati e il 55% di tasso di mortalità infantile, solo nell’ultimo anno”. Gli obiettivi degli Houthi sono noti: essere autonomi nella regione da loro controllata, a nord del Paese, quella anche più popolata (70% degli yemeniti) che ingloba l’unica provincia ricca di greggio e gas, quella di Marib, e in cui imporre uno stato teocratico sciita sul modello e con la protezione iraniana. _______

1I ribelli, che si autodefiniscono “I partigiani di Dio”, sono attivi dalla fine del Novecento. Il loro nome deriva dal primo leader Husayn Badr al-Din al-Huthi, caduto durante un conflitto a fuoco con le forze armate yemenite.

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